Vera Effigie di San Bernardino da Siena ritratta sulla maschera eseguita sul cadavere del Santo il dì 20 Maggio 1444
[stampa litografica del XIX secolo]
Collocazione: GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 6, fasc. 57, c. 1
Nato nel 1380 dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi, dopo la prematura morte dei genitori quando era bambino, fu allevato da diversi zii. A vent’anni entrò nella compagnia dei “battuti” che gestiva l’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena; si diede quindi alla vita eremitica, per poi entrare nel 1402 nell’ordine mendicante dei frati minori. Aderì ben presto al movimento dell’Osservanza che, fondato su un rigido ascetismo, si proponeva di ritornare al rispetto dell’originaria regola francescana. Nel 1405 cominciò la sua attività di predicatore, che in pochi anni lo portò a diventare famoso e apprezzato ovunque per le sue prediche. Morirà a l’Aquila nel 1444 e appena sei anni dopo sarà proclamato santo.
Delle diverse volte che passò per Bologna, la più famosa è rimasta certamente quella del 1423, quando, passata da poco la Pasqua, fu invitato in città dal vescovo Nicolò Albergati. Al predicatore senese fu concesso il “palcoscenico” più prestigioso, il sagrato della basilica di San Petronio allora in piena costruzione.
Davanti a una piazza Maggiore straripante, Bernardino predicò ai bolognesi con grande veemenza e trasporto contro il gioco d’azzardo e contro le carte in particolare. Pochi giorni dopo, il 5 di maggio, tantissimi giocatori pentiti porteranno in piazza le loro carte da gioco e le bruceranno in un’altissima pira.