L’inventario compilato nel 1787, alla scomparsa di padre Ferdinando Sampieri, oratoriano, enumera circa 120 dipinti nell’appartamento a piano terra di Casa Sampieri celebre per gli affreschi che Ludovico, Agostino e Annibale Carracci eseguirono poco prima del 1595 sul soffitto e sui camini di tre stanze poste in sequenza, oltre che per lo spettacolare affresco con Ercole in lotta con il gigante Anteo che il Guercino realizzò nel 1631 in un’altra porzione del palazzo. Poche opere si erano aggiunte nel Settecento e la collezione mostrava l’aspetto che aveva assunto nella prima metà del Seicento. Era possibile ammirarvi celebri dipinti dei primi nomi della pittura bolognese tra Cinque e Seicento: non solo i tre Carracci e il Guercino, ma anche Guido Reni, Francesco Albani, Pietro Faccini, Lionello Spada, Simone Cantarini, Giovanni Andrea Sirani e altri. Non mancavano inoltre quadri celebri del tempo precedente, opere, tra gli altri, di Dosso Dossi, del Garofalo, di Pellegrino Tibaldi e di Lavinia Fontana, così come tele della seconda metà del Seicento eseguite da Elisabetta Sirani, Carlo Cignani, Domenico Maria Canuti, Marcantonio Franceschini e altri. Definito “superbissimo museo” da Carlo Cesare Malvasia nel 1686, il palazzo era meta di illustri viaggiatori italiani e stranieri: dall’imperatore Giuseppe II, in visita nel 1769, a Charles De Brosses, in Italia tra il 1739 e il 1740, a Nicholas Cochin, in viaggio tra il 1750 e il 1751; inoltre intellettuali come Francesco Algarotti e artisti quali Sir Joshua Reynolds, a Bologna nel luglio 1752, Jean-Honoré Fragonard, ospite del palazzo nei primi giorni di novembre del 1759 insieme all’Abbé de Saint- Non, Angelika Kauffmann, nel 1762 e nel 1765, infine Gavin Hamilton, l’architetto neoclassico russo Nicolaj L’vov, Guy Head ed Élisabeth Vigée Le Brun.