Cenni storici sulla famiglia Sampieri

La famiglia Sampieri trasse la sua origine da uno dei numerosi nuclei familiari conosciuti dai documenti come i Cattanei di Castel San Pietro, presenti in questa località fino dalla seconda metà del Duecento. Nel secolo successivo molti di loro si trasferirono a Bologna, perchè la città offriva maggiori opportunità sia economiche che politiche rispetto al luogo d’origine, e tra questi figurava Cino di Guidinello, che nel 1380 ottenne la cittadinanza bolognese. La sua intraprendenza gli consentì di conseguire cariche pubbliche, come il consiglio dei Quattrocento, di laureare i figli in entrambe le leggi e di contrarre matrimonio con esponenti delle principali famiglie cittadine. La sua residenza a Bologna è documentata fin dal 1345 quando fu fatto, insieme ad altri eminenti cittadini, cavaliere dal Delfino di Vienne in occasione del suo passaggio a Bologna.
I secoli XIV e XV rappresentano l’epoca d’oro della famiglia Sampieri: undici esponenti di essi conseguirono la laurea in leggi e alcuni, in particolare Floriano di Cino, suo figlio Battista e il nipote Lodovico, svolsero numerose ambascerie presso il papa e altri potenti d’Italia. Floriano nel 1401 fu eletto per uno dei Sedici Riformatori dello stato col compito di sostenere Giovanni I Bentivoglio nel governo della città e contado di Bologna e fu inviato ambasciatore a Roma in compagnia di Musotto Malvezzi. Nel 1410 fu Gonfaloniere di Giustizia e due anni dopo partecipò al moto che ridiede la città alla Chiesa.
Battista di Floriano, dopo avere svolto diverse importanti ambascerie e occupato cariche pubbliche, con altri cittadini bolognesi nel 1447 fu inviato ambasciatore a Roma per congratularsi col nuovo papa Niccolò V per la sua elezione. Lodovico di Battista nel 1454 fu scalco alle nozze di Sante Bentivoglio e nel 1475 fu fatto cavaliere aurato da Giovanni Bentivoglio in San Giacomo. Tuttavia, nonostante il sostegno dato ai Bentivoglio, nel 1506 il pontefice Giulio II comprese nel nuovo Senato Girolamo († 1516) di Lodovico Sampieri.
Dopo il suo trasferimento a Bologna, la famiglia si divise in due linee distinte: la più importante, che possiamo chiamare “senatoria”, per aver avuto tra i suoi esponenti nove senatori, oppure della “Mercanzia” per il palazzo da loro abitato in parrocchia di Santo Stefano, ebbe origine da Floriano di Cino, mentre dal fratello Giovanni ebbe origine la linea minore che prese il nome dal suo capostipite.
Della linea senatoria o della Mercanzia si possono ricordare Girolamo, abate e lettore pubblico nell’università di Bologna, Mario e Achille rispettivamente cavalieri di Santo Stefano e di Malta, e Francesco Giovanni († 1712) successore del padre nel senato e creato marchese dal re di Francia Luigi XIV nel 1687. Suo figlio Luigi (1758-1797) fu l’ultimo senatore della sua casata e lasciò un solo figlio, Francesco Giovanni (1790-1863) che si dedicò con passione allo studio della musica venendo aggregato nel 1807 all’Accademia Filarmonica in qualità di maestro compositore. In età matura visse lungamente a Parigi ottenendo, nel 1861, la cittadinanza francese dall’imperatore Napoleone III. Dalla moglie Anna del generale Antonio Maria de Gregorio Squillace ebbe l’unica figlia Carolina (1829-1916), moglie nel 1849 del visconte Denis Talon.
Da Domenico, fratello del senatore Francesco, discese un ramo detto di Strada Maggiore dal palazzo venduto a Vincenzo Sampieri dai Paleotti nel 1542. Furono autori di una cospicua raccolta di pitture e sculture la cui fama portò illustri personaggi, come l’imperatore Giuseppe II, a visitarla. Alla morte di Ferdinando (1787) i beni di questo ramo pervennero al senatore Luigi Sampieri.

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