Disegno di Domenico Ramponi, Confaloniere in abito di Funzione tratto da:
Giuseppe Guidicini, Vestiari, usi, costumi di Bologna cessati nell’anno 1796
[manoscritto cartaceo, secolo XIX (1818)]
Collocazione: ms. B. 2329
Come stabilito nei Capitoli concessi alla città da papa Niccolò V nel 1447, il potere a Bologna doveva essere gestito congiuntamente da un cardinale Legato, rappresentante del potere papale, e dalla magistratura dei “Sedici riformatori dello stato di libertà”. Nel 1507, l’anno dopo aver preso possesso di Bologna, papa Giulio II riformò completamente questa magistratura cittadina, che prenderà il nome di “Senato” e sarà composta da quaranta elementi (50 dal 1590) scelti tra i membri delle più importanti famiglie cittadine. La carica di senatore durava per tutta la vita ed era ereditaria all’interno della medesima famiglia, sempre, però, previa ratifica papale. Il Senato sceglieva all’interno dei propri membri un “Gonfaloniere di giustizia” che restava in carica due mesi. Il Gonfaloniere a sua volta sceglieva, non tra i membri del Senato, ma tra la nobiltà minore, otto “Anziani”, due per ognuno dei quattro quartieri cittadini. I diversi ambiti amministrativi erano poi gestiti dalle “Assunterie”, una sorta di commissioni permanenti formate da senatori e che restavano in carica un anno. Vi erano otto assunterie ordinarie, dette “di turno”, perché in ognuna di esse sedevano cinque senatori: ogni senatore aveva, così, ogni otto anni, la possibilità di fare parte a rotazione di tutte le assunterie.
La brevità della permanenza in carica del Gonfaloniere e delle Assunterie, mentre da una parte consentiva a tutti i senatori di arrivare a coprire le cariche in tempi brevi, dall’altra però non garantiva una continuità del lavoro di governo, in quanto lasciava gran parte del potere effettivo nelle mani del cardinale Legato che restava in carica per un tempo molto più lungo. Come se non bastasse, le riunioni del Senato e delle Assunterie dovevano svolgersi sempre all’interno del palazzo Pubblico, dove risiedeva anche lo stesso Legato e dove il Gonfaloniere di giustizia di turno era obbligato a risiedere per tutta la durata della propria carica.