L’utile col diletto

Luigi Montieri
L’utile col diletto, o sia geografia intrecciata nel giuoco de tarocchi con le insegne degl’illustrissimi, ed eccelsi signori gonfalonieri, ed anziani di Bologna dal 1670, fino al 1725. Dedicato al marchese Gio. Paolo Pepoli
In Bologna, per il Bianchi, alla Rosa, 1725
Collocazione: 16. Q. V. 2

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«Questo Libretto è divenuto assai raro, perché l’invenzione di questa mistura di erudizione col suddetto Giuoco parve ad alcuni una Satira».
Testo tratto da: Giovanni Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, In Bologna, nella stamperia di San Tommaso d’Aquino, 1788, vol. VI, p. 81

Quello ideato dal Montieri sul modello di quelli francesi, era, in apparenza, un semplice mazzo per giocare a tarocchino bolognese: 62 carte, di cui 22 di Trionfi e 40 degli altri quattro semi (Coppe, Denari, Spade e Bastoni). Il recto di ogni carta era occupato, per il terzo superiore dalla figura del seme di appartenenza e del suo valore di presa, mentre per i due terzi inferiori da raffigurazioni e annotazioni geografico-politico-araldiche: alle 22 carte dei Trionfi erano abbinate le raffigurazioni e le descrizioni di tutti gli stati europei e degli altri continenti, mentre alle restanti 40 carte dei quattro semi erano stati associati gli stemmi delle famiglie della nobiltà bolognese che tra il 1670 e il 1725 avevano dato alla comunità cittadina Gonfalonieri di giustizia e Anziani.
Montieri aveva poi operato altre due modifiche al mazzo: aveva sostituito le carte dal 7 al 10 di ognuno dei quattro semi tradizionali con le carte dal 2 al 5 e, nella serie dei Trionfi, al posto della tradizionale sequenza Papa-Papessa-Imperatore-Imperatrice aveva inserito quattro “mori” o, come li definì lui, quattro “satrapi”.

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Trionfi
Denari
Coppe
Spade
Bastoni