L’Imprimatur

All’interno del fascicolo del processo è conservata una busta con la doppia autorizzazione della censura ottenuta da Montieri per procedere alla stampa della sua opera: in data 6 maggio 1725, infatti, il canonico ottenne il vidit di un “penitenziere” della cattedrale di San Pietro a nome dell’arcivescovo Boncompagni e, a seguire, l’imprimatur di padre Vincenzo Maria Mazzoleni O.P., il pre-vicario del Sant’Uffizio di Bologna. I due visti compaiono in calce a un fascicoletto contente una versione manoscritta del testo che poi comparirrà sulle carte.
Montieri sottopose poi il mazzo di carte appena stampato a un nuovo controllo dell’Inquisizione, che concesse il pubblicetur nella persona di padre Antonio Bagioni O.P., vicario del Sant’Uffizio. Libretto e mazzo di carte furono perciò messi in vendita con tutte le autorizzazioni previste.