Il nemico vi spia

Le carte dell’archivio dell’Archiginnasio offrono numerosi spunti e testimonianze sull’attività, il lavoro quotidiano e l’atmosfera che si respirava in Biblioteca in epoca fascista.

L’uso del voi e l’abolizione del lei era stato imposto nel 1938 con un foglio di disposizioni del segretario del P.N.F., Achille Starace. In Archiginnasio erano giunte due comunicazioni del Podestà Cesare Colliva, il 2 marzo e il 28 maggio del 1938, con le quali si informava la Direzione della Biblioteca dell’obbligo di usare il voi nella pubblica amministrazione, sia nei rapporti tra il personale che nei riguardi del pubblico. Tra i dipendenti si doveva usare il tu se si era uguali di grado, il voi se di grado diverso. Fra il personale femminile e maschile si doveva usare il voi, indipendentemente dal grado gerarchico.

Il 19 giugno del 1939 esce il foglio di disposizioni n. 1347 bis, nel quale si riporta il testo di un telegramma di Mussolini.

«Atti del PNF», v. VIII, t. II, 29 ottobre-28 ottobre anno XVII, 19 giugno XVII. N. 1347 bis. Sommario: Uso del «voi». Propaganda fascista fra i richiamati.

Il Duce si lamenta per l’uso ancora troppo frequente del lei:

Esigo che in tutte le amministrazioni si faccia uso del “voi” tanto nei rapporti interni quanto nei rapporti con il pubblico.

Con una rapidità sorprendente (ma forse il contenuto del telegramma del Duce, indirizzato anche ai Prefetti, era già noto in Archiginnasio) lo stesso 19 giugno il direttore Albano Sorbelli chiede al Capo Ufficio della pubblica istruzione la fornitura di una decina di cartelli riguardanti l’uso del voi, da distribuire negli uffici e negli spazi aperti al pubblico.

 

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1939, Prot. 721-IV-1.

Un anno prima Sorbelli aveva inviato al Podestà Colliva il progetto per la realizzazione di un catalogo speciale “che indichi tutto il materiale da noi posseduto riferentesi al Duce, al Fascismo, alla vita economica, politica e corporativa attuale […].” Il nuovo catalogo avrebbe dovuto essere collocato in Sala di lettura, in un apposito mobiletto.

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1938, Prot. 367-IV-1.

Nel marzo del 1939 Sorbelli scrive ancora di questo progetto al soprintendente Domenico Fava, a p. 17 di una lunga relazione sull’attività della Biblioteca dal 1933 al 1938:

Particolare attenzione [per le nuove acquisizioni] è stata rivolta ai libri e agli opuscoli riguardanti la dottrina, le opere e le realizzazioni del Fascismo in Italia e le relative ripercussioni all’estero; alle pubblicazioni che illustrano la gloriosa impresa africana e le nuove terre imperiali nei vari aspetti storici, geografici, economici ed etnografici; ai diari e documenti della eroica vittoriosa guerra di Spagna; […] E ciò è stato fatto in vista della prossima creazione di un grande reparto–di cui sono già state fissate le linee e i criteri organizzativi–di opere riflettenti il Fascismo e le sue azioni nei vari campi dell’attività umana.

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1939, Prot. 243-IV-1.
BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1939, Prot. 243-IV-1. p.17

 

Il progetto iniziale che prevedeva la creazione di un catalogo speciale pare così essersi ampliato, fino a concepire la realizzazione di una vera e propria sezione dedicata alle pubblicazioni sul Fascismo, ma nella Relazione al Podestà sull’attività della Biblioteca pubblicata su «L’Archiginnasio», XXXV (1940), p. 177, Sorbelli è costretto a gettare la spugna e a rinunciare a “questa impresa, che tanto mi sta a cuore”:

Non ha potuto essere continuato il lavoro di formazione dello speciale reparto dedicato alle opere riguardanti il Fascismo […] inoltre manca un locale adatto per raccogliere tale reparto.

L’idea di Sorbelli di creare una sezione dedicata al Fascismo, e potrebbe non essere un caso, nasce proprio negli anni in cui la biblioteca della Casa del Fascio, creata da Leandro Arpinati nel 1925, subisce una drastica riduzione degli spazi ad opera del Segretario della Federazione dei Fasci di combattimento della Provincia di Bologna, Alfredo Leati. Rimasero aperte al pubblico solo due sale, troppo piccole per il buon funzionamento dei servizi, a cui si aggiunse la riduzione del personale che garantiva l’apertura fino alla mezzanotte (da due a un solo addetto), e quindi la riduzione dell’orario di apertura che venne adeguato a quello degli uffici della Casa del Fascio, dove la biblioteca era ospitata.

Le iniziative di Leati segnano il declino finale della Biblioteca del Fascio, ormai diventata solo un peso per la Federazione dei Fasci di combattimento di Bologna. Si apre così uno spazio che Sorbelli sembra voler occupare con la creazione di una nuova sezione di libri sul Fascismo, caratterizzata da una forte connotazione politica che avrebbe posto l’Archiginnasio in una posizione di predominio anche in un settore che, almeno teoricamente, avrebbe dovuto essere occupato dalla Biblioteca della Casa del Fascio, diretta emanazione del P.N.F. a livello locale.

Anche la politica estera del Fascismo ebbe in qualche modo delle ripercussioni sull’attività dell’Archiginnasio: nel maggio del 1938 una circolare del Ministero dell’Educazione nazionale invita a non fare dono di alcuna pubblicazione prodotta dalle biblioteche italiane alla Società delle nazioni.

 

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1938, Prot. 678-IV-1.

Nel caso di ricevimento di pubblicazioni da parte della Società delle nazioni, si doveva evitare qualsiasi forma di ricevuta o ringraziamento. La Società delle nazioni aveva emanato nel 1935 le sanzioni economiche all’Italia in risposta all’invasione dell’Etiopia, e dunque ogni rapporto, anche culturale, con la Società, andava evitato.

Il clima di continua mobilitazione che caratterizza la vita degli italiani dalla metà degli anni Trenta, con il sostegno militare a Franco nella guerra civile in Spagna e la guerra in Etiopia, coinvolge anche il mondo delle biblioteche: si diffonde un clima di sospetto, il timore dello spionaggio, la sindrome del “nemico tra noi”.

Già nel 1937 il soprintendente Domenico Fava invia all’Archiginnasio copia di una circolare del Ministero dell’Educazione nazionale che riprende il contenuto di una circolare del Ministero dell’Aeronautica, con la quale si invita alla massima riservatezza nei confronti di pubblicazioni periodiche della Regia Aeronautica.

 

Lo stato d’animo dei bibliotecari dell’Archiginnasio nei mesi precedenti all’entrata dell’Italia nel conflitto si può intuire anche da altre informazioni che provengono dai documenti dell’archivio della Biblioteca. All’inizio del 1940 per i 15 dipendenti era stato previsto l’acquisto di maschere antigas a spese del Comune, che i famigliari avrebbero dovuto acquistare a proprie spese (£. 35,20), mentre Sorbelli richiede al Comune anche l’acquisto di 100 sacchetti di carta da riempire di terra per una illusoria protezione della biblioteca dai bombardamenti.
Lo stato di guerra e i provvedimenti adottati per preservare il materiale documentario dai rischi della distruzione condizionarono e limitarono per forza di cose anche le attività di studio e ricerca, perché la vita, anche nelle circostanze più difficili continua: proseguono gli studi e ci si laurea, anche sotto i bombardamenti. Così Roberto Longhi, titolare della cattedra di Storia dell’arte presso l’Università di Bologna, scrive nel marzo del 1942 al soprintendente Fava per lamentare la difficoltà di affidare tesi di laurea ai suoi studenti, dato che la maggior parte delle opere d’arte dei secoli XIV, XV e XVI sono state prelevate dalle gallerie e dai musei per essere portate in luoghi sicuri, al riparo da eventuali bombardamenti. Longhi, mostrando un eccesso di ottimismo nel considerare Bologna al sicuro da incursioni aeree nemiche, chiede che almeno i manoscritti di Marcello Oretti, conservati in Archiginnasio e fonte importante per gli studi di storia dell’arte bolognesi, vengano di nuovo messi a disposizione dei ricercatori.
Fava risponde il 17 marzo, dopo aver parlato con Sorbelli, rassicurando Longhi che verrà fatto il possibile per rendere di nuovo disponibili i manoscritti di Oretti, che in quanto facenti parte dei manoscritti del gruppo B. (i manoscritti bolognesi) si trovavano ancora presso la sede della Biblioteca e non erano ancora stati trasferiti in un luogo più sicuro.
(Archivio della Soprintendenza bibliografica, lettera di Roberto Longhi a Domenico Fava del 7 marzo 1942).

Ma è con l’entrata in guerra del 1940 che il timore dello spionaggio, attuato anche tramite la consultazione di materiale presente nelle biblioteche pubbliche, diviene ossessivo: nel giugno del 1941 una circolare riservata del Ministero dell’Educazione nazionale, firmata personalmente da Bottai, invita i direttori delle biblioteche a sottrarre dalla pubblica lettura i “cataloghi nomenclatori e i libretti d’istruzione per conto delle Ditte di costruzioni aeronautiche”. Sorbelli risponde che l’Archiginnasio non possiede simili pubblicazioni, ma che sarà “esercitata la più accurata vigilanza affinché tali pubblicazioni non entrino in questo Istituto.”

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1941, Prot. 606-IV-1.
BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1941, Prot. 606-IV-1.

Nel gennaio del 1942 il soprintendente Fava invia a Sorbelli una circolare che ha per oggetto Predisposizioni contro lo spionaggio. Consultazione di opere da parte degli stranieri, con la quale si dispone che “non siano date in lettura a studiosi stranieri opere contenenti dati statistici, monografie, attività industriali e simili.”

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1942, Prot. 86-IV-1.

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1942, Prot. 86-IV-1.

La circolare di Fava riprendeva la circolare segreta n. 18702 del 29 dicembre 1941 firmata da Bottai, di cui un esemplare è conservato nell’archivio della Biblioteca Universitaria di Bologna (cfr. Michele Catarinella, cit., in Bibliografia).

Ed ancora, nel febbraio del 1943 il Ministero dell’Educazione nazionale invia una circolare, sulla base di quanto deciso dal Ministero dell’Interno, che ha per oggetto Norme per la pubblicità degli atti, con la quale si dispone che gli Archivi di Stato e qualsiasi altro ente pubblico o privato non debbano consentire la consultazione di documenti posteriori al 1870 di carattere politico e riservato, senza la preventiva autorizzazione del Ministero dell’Interno.

BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1943, Prot. 310-IV-1.
BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, 1943, Prot. 310-IV-1.

Il nemico può essere dovunque, e non si deve abbassare la guardia. Ma la guerra, e in molti l’hanno capito, è già perduta: nel luglio del 1943 i primi bombardieri alleati raggiungono Bologna dalle basi del nord Africa, e dal quel momento saranno ben altri i problemi che la biblioteca dell’Archiginnasio sarà costretta ad affrontare.