La poesia maccheronica (genere letterario che mescola il linguaggio colto con le espressioni proprie del linguaggio dialettale e popolare) si afferma nel Cinquecento, anche se abbiamo testimonianza di un’opera dal titolo Macaronea, edita tra il 1488 e il 1489, di Michele di Bartolomeo degli Odasi, meglio conosciuto come Tifi degli Odasi. Il principale interprete di questo genere letterario è Teofilo Folengo. Ma a quest’ultimo si affiancano altre figure come Bernardino Stefonio, gesuita e autore di tragedie latine, che si ispira ai canti danteschi per il suo poema Macaroidos, anche se poi la pubblicazione non ebbe seguito, rimanendo volume unico. Si veda anche il pannello La pasta in versi.
Emilio Sereni, nell’articolo I napoletani da “mangiafoglia” a “mangiamaccheroni” (1958), così commenta questa illustrazione: «Così pure gnocchi, senza dubbio, sono i macarones dai quali, già prima del Folengo, ha tratto il nome la poesia maccheronica […] Il medesimo si dica dei maccheroni del Folengo stesso: per i quali una xilografia […] non lascia dubbi sul fatto che per “maccheroni” [nell’opera di Folengo] si intenda appunto una sorta di grossi gnocchi a forma di polpette tondeggianti, e appena un po’ allungate della cui preparazione e del cui condimento la procedura ci è descritta, tra gli altri, in lingua pavana, negli Gnuochi de Maganò di Giambattista Maganza (1500-1589), ove “macaron” e “gnuoco” sono usati, appunto, come sinonimi».
Venezia, Domenico Imberti, 1585
Collocazione: 7. T. VI. 71
Bologna, Tipografia Fava e Garagnani, 1889
Collocazione: Biblioteca di Casa Carducci. Buste. 212. 1
Bologna, Giacomo Monti, 1644
Collocazione: 17. W. VI. 21
Il menu del banchetto di matrimonio del Duca di Mantova, svoltosi nel maggio 1581, testimonia una tipologia di piatto molto diffusa al tempo: le carni ricoperte di pasta ripiena, che fungeva in pratica da contorno. Nel caso specifico: «Capponi impastati coperti di annolini».
Roma, Giulio Burchioni, Tipografia Gabiana, 1593
Collocazione: 10. hh. III. 41
Venezia, Giorgio Valentini e Giovanni Antonio Giuliani, 1617
Collocazione: 8. HH. VI. 29
Ritratto di Giacomo (Jacopo) Bartolomeo Beccari, illustre medico e chimico bolognese, “scopritore” del glutine. A fianco la Macchina funebre eretta in occasione del funerale di Beccari. Inventore della macchina fu Mauro Antonio Tesi, autore del disegno Petronio Fancelli, incisore Pio Panfili. Per un approfondimento si veda anche il pannello Il Dottor Beccari e la scoperta del glutine.
Bologna, Petronio Dalla Volpe, 1766
Collocazione: 17. Storia Ecclesiastica Bolognese. Caps F2, n. 17
Bologna, Lelio Dalla Volpe, 1766
Collocazione: Gds, Cartella Gozzadini 2, n. 51
Elenco di «Minestre di pasta» – vermicelli, maccheroni, lasagne, taglioni, gnocchi «e ve ne sono di mille altre guise» – per le quali questo volume fornisce ricette adatte alle restrizioni alimentari del periodo quaresimale.