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Nel Manifesto della cucina futurista del 1930, Filippo Tommaso Marinetti invoca «L’abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana», cibo da cui derivano «fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo». L’anno successivo l’associazione La Famèja bulgnèisa celebra il quinto centenario delle tagliatelle. Una sagoma cartonata con le fattezze di Marinetti presiede il banchetto in cui naturalmente le tagliatelle la fanno da padrone. Per rispondere al padre del Futurismo, in un articolo pubblicato in quell’occasione sul «Giornale dei Pasticcieri e Confettieri» viene stampata la zerudèla dal titolo In difèisa dla pasta sòtta.

 

 

 

Il 1° gennaio 1933 Fortunato Depero pubblica, sul settimanale «Futurismo» l’articolo programmatico Cucina futurista per il 1933, un vero e proprio menu basato sui principi gastronomici espressi da Marinetti nel Manifesto della cucina futurista. Come si può vedere, la pasta naturalmente è bandita dalla tavola. Al suo posto, come primo piatto, la polenta. In molte altre occasioni era il riso a essere indicato dai Futuristi come alimento “migliore” della pasta, anche in sostegno del tentativo del regime Fasciata di creare una vera e propria cucina autarchica.

Fortunato Depero, Cucina futurista per il 1933, in «Futurismo», 1 gennaio 1933.
Ristampa anastatica contenuta in Manifesti proclami, interventi e documenti teorici del futurismo, 1909-1944. Vol. 2, n. 230
Firenze, Coedizioni Spes-Salimbeni, 1980
Collocazione: EBMA C 0023 / 2

 

Celio Apicio, De re coquinaria libri. Manuale di gastronomia
Milano, Istituto editoriale italiano, 1930
Collocazione: 7. L. IV. 65

 

Tra i trattati di cucina pubblicati agli inizi del Novecento spiccano per eleganza e raffinatezza le due rare pubblicazioni di Emma Vanzetti, curate e illustrate da Gio Ponti e Tommaso Buzzi, capolavori di grafica e qualità tipografica.
La filosofia dell’arte culinaria, il modernismo e l’ansia di novità espresse nei volumi pongono Il Quattrova in controtendenza rispetto alla cucina autarchica e alla cucina futurista. I volumi raccolgono ricette, indicazioni, trucchi, suggerimenti, reso tutto con una scrittura estremamente colta e ironica, come si evince già dall’incipit della prefazione, per mano del letterato Piero Gadda Conti: “mangiare è una cosa seria”.

 

 

Paolo Monelli, Il ghiottone errante. Viaggio gastronomico attraverso l’Italia
Milano, F.lli Treves, [1935].
Collocazione: Bianchi. C. 3029

 

Il «regno delle lasagne verdi» evocato nella didascalia di questo disegno di Novello è, naturalmente, Bologna.