La tradizione manoscritta della Commedia e quella dei commenti antichi, così come le testimonianze dei contemporanei, attestano unanimemente che il titolo originale del poema di Dante era Comedia o Comedìa.
La definizione di «comedìa» compare anche in due passi dell’Inferno: «le note / di questa comedìa» (XVI, 127-128); «la mia comedìa» (XXI, 2).
Nella tradizione manoscritta non c’è traccia dell’aggettivo “divina”. Esso viene usato in riferimento al poema, ma non come parte del titolo, da Giovanni Boccaccio (Trattatello in laude di Dante, 185).
Del resto, Boccaccio indica sempre come titolo semplicemente Comedia e discute in più occasioni il significato di tale titolo.
In particolare, nelle Esposizioni sopra la Commedia di Dante ricorda che «vogliono alcuni mal convenirsi a questo libro questo titolo» (Accessus 17), testimoniando così le difficoltà che questo titolo poneva già ai primi lettori del poema.
Il titolo resta comunque Comedia o Commedia non solo nella tradizione manoscritta ma anche nelle edizioni a stampa quattrocentesche.
L’importante edizione Aldina curata da Pietro Bembo, uscita nel 1502, presenta invece il titolo Le terze rime di Dante: un titolo nuovo che è indice del disagio nei confronti del titolo Commedia. In questo caso viene sottolineato l’aspetto metrico.
Già la seconda edizione aldina, del 1515, ha un titolo più tradizionale, Dante col sito, et forma dell’Inferno tratta dalla stessa descrittione del poeta, che rivela fin dall’inizio del secolo un altro aspetto della ricezione cinquecentesca: l’interesse per le ricostruzioni topografiche dell’aldilà dantesco.
Tale interesse era stato rilanciato dall’edizione fiorentina Giunti del 1506, curata da Girolamo Benivieni, che ripristinava anche il titolo tradizionale Comedia.
Le ristampe cinquecentesche del commento del Landino conservano il titolo Commedia, e così anche i commenti del Vellutello e poi del Daniello.
Altre edizioni cinquecentesche mostrano però una certa oscillazione nei titoli: in più casi si ha semplicemente Dante; in altri l’elenco delle tre cantiche.