Esempio peculiare è la Relazione sulla scoperta delle ossa di Dante, commissionata dal Municipio di Ravenna in occasione della vicenda del casuale ritrovamento delle ossa del poeta, nel 1865, durante i lavori di restauro per il sesto centenario della nascita. La rocambolesca vicenda delle ossa di Dante contese fra Firenze e Ravenna, gelosamente custodite dai frati francescani, nascoste poi in una cassetta della quale si era perduta traccia, culminò con “l’invenzione”, ovvero il ritrovamento quasi fossero una reliquia, reliquia di Dante visto come eroe mistico e martire dell’Italia unita.
Il Municipio di Ravenna dunque incaricò Landoni di redigere una relazione, ma lo studioso continuò a posticipare la consegna (lettere in archivio testimoniano gli scambi col Municipio) poiché il suo certosino lavoro di erudito stava trasformando la semplice relazione richiesta in un’opera ponderosa. In conclusione, il Municipio decise di utilizzare la relazione dell’ingegnere municipale Romolo Conti pur di poterla pubblicare. Uscì infatti senza il nome di Teodorico Landoni, che compariva invece nelle bozze precedenti. La mole di appunti, documenti, lettere custoditi nel suo archivio sta a testimoniare l’attività minuziosa e incessante di questo erudito del diciannovesimo secolo.