Concia grano

I fornai da scaffa (pane alla vendita), dopo aver acquistato il frumento da proprietari terrieri o da sensali, impiegavano il concia grano prima della molinatura. Eccolo il mondatore avviarsi verso il forno caricate le spalle col treppiede, un paio di sacchi e tre crivelli di diametro e trama dissimili in progressione. Altalenando il maggiore inizierà separando la terra minuta dal frumento; col medio caverà il loglio ‒ erba spontanea, infestante, zizzania nociva ‒, col piccolo il lutone (ulteriore polvere).
Nella corte s’ammucchia il grano trapassato dalle forellature mentre l’aria s’addombra, scocciata, di polvere biancastra, irrespirabile; stille di sudore impastano lo scarto caduto tra rena e selciato quando i chicchi mondati s’avviano in sacchi verso il molino.
E siccome manca un regolare mercato del frumento, il produttore contatterà il fornaio attraverso la mediazione dello stesso concia grano che, dato il costo assai esiguo della sua operazione, così facendo lavorerà per proprio e altrui interesse.

Incisione all’acquaforte tratta da: Annibale Carracci, Le arti di Bologna disegnate da Annibale Caracci ed intagliate da Simone Guilini coll’assistenza di Alessandro Algardi … , Roma, Gregorio Roisecco, 1740
Collocazione: 16. a. I. 39

Guarda la raccolta completa