Sermonari modello

Cosa dire nelle prediche?

Anche se i racconti agiografici parlano di folgoranti ispirazioni, un buon sermone non si improvvisa. Di questo erano certi i predicatori tardomedievali. Proprio a supporto di un rinnovato sforzo pastorale si sviluppò e diffuse enormemente un tipo di libro tagliato sulle loro esigenze: le collezioni di sermoni modello, da adattare alle diverse occasioni. Frutto dell’esperienza accumulata da predicatori particolarmente navigati, i sermonari divennero ‘strumenti’ imprescindibili per i professionisti della parola.

Il loro successo poteva attraversare i secoli: i sermoni del domenicano Jacopo da Varazze († 1298), l’autore della Legenda aurea, furono diffusi prima in centinaia di manoscritti e poi da un fiume di libri a stampa.

Nei sermoni era poi fondamentale commentare la Bibbia: ecco allora che i testi di un famoso esegeta come Nicolas de Lyre († 1349) vennero riorganizzati sulla base di tale esigenza.

Nicolaus de Lyra, Postilla seu expositio literalis & moralis … super epistolas: et evangelia quadragesimalia: cum questionibus fratris Antonij Betontini eiusdem Ordinis: necnon Alexandri de Ales.
Venezia, Lorenzo Lorio, Alessandro Bindoni, 1519. 8°
16.AA.V.18

Non mancava inoltre il desiderio di modelli nuovi, adatti al mutare dei tempi, come quelli del frate minore e poi vescovo Roberto Caracciolo († 1495), all’epoca notissimo. Se i suoi  sermoni latini vennero stampati in tutta Europa, egli fu tra i primi a stampare sermoni anche in volgare.

Si rispondeva così alle richieste di un mondo di lettori e lettrici in forte crescita. Nelle sue dediche Caracciolo si rivolge alla corte di Napoli, ma le note di possesso parlano anche di semplici laici o suore (la copia in mostra appartenne a una suora di Bologna).

Roberto Caracciolo, Specchio della fede christiana volgare.
Venezia, [Pietro Nicolini da Sabbio], Bartolomeo Imperatore & Francesco Imperatore, 1555. 4°
16.f.IV.20

Il pubblico si era ampliato. Consapevole di questo, Ludovico Pittorio († c.1525) presenta le sue omelie (nate per una confraternita) come nutrimento dello spirito per le monache e libro da avere in ogni casa cristiana; e davvero il suo fu tra i libri più letti del Cinquecento.

Il frontespizio di alcune prediche di Savonarola, stampate a Bologna, illustra poi il processo editoriale, rallegrandosi di come «tanto prezioso tesoro sia finalmente venuto alla luce» e segnalando la novità ai lettori. Certi autori erano ormai attesi.

 

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