Le opere volgari di M. Jacopo
Sanazzaro cavaliere napoletano; cioè l'Arcadia, alla sua
vera lezione restituita, colle annotazioni del Porcacchi, del Sansovino,
e del Massarengo; le Rime, arricchite di molti componimenti,
e le Lettere,
Il tutto con somma fatica, e diligenza, dal
dottor Gio. Antonio Volpi, e da Gaetano di lui fratello, riveduto,
corretto, ed illustrato [
].
Padova, Giuseppe Comino, 1723 (4.
c. 118)
Marca tipografica nel frontespizio (scavatore di anticaglie,
motto: Quidquid sub terra est in apricum proferet aestas),
fregi, iniziali, finalini xilografici. Sulla controguardia anteriore:
note di acquisto di Carducci: «lire 12 acq. Bacchi della Lega»
e «Dal Romagnoli, in Bol. 30 sett. 1876, in 4. Giosue Carducci»,
precedute da annotazioni pertinenti la storia editoriale dell'opera.
Sul verso della carta anteriore di guardia Carducci illustra,
fra l'altro, la bontà e i pregi dell'edizione. Tracciando
un'ampia ricostruzione della poesia pastorale antecedente il «portento»
dell'Aminta tassiana, Carducci si era soffermato sull'Arcadia
di Sannazaro (1457-1530) nello studio L'Aminta e la vecchia
poesia pastorale (vedi Su l'Aminta di T. Tasso,
ora in Edizione nazionale delle opere di Giosue Carducci,
Bologna, Zanichelli, 1936, vol. XIV).
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