Romanzi

Domani nella battaglia pensa a me

Domani nella battaglia pensa a me / Javier Marías ; traduzione di Glauco Felici, Torino : Einaudi, 2005

Il titolo è tratto dal “Riccardo III” di Shakespeare: è la maledizione che il fantasma della regina Anna scaglia sul re che l’ha fatta uccidere. Ma la storia è ambientata nella Madrid dei nostri giorni, dove l’io narrante, Victor Francés, sceneggiatore per il cinema e la tv, vive facendo il “negro”, in proprio o per conto terzi. Victor conosce Marta, una donna sposata che gli muore tra le braccia proprio la notte del loro primo convegno amoroso. Fugge, ma resta prigioniero del passato della donna e decide di ricostruirlo. Sarà un viaggio di esplorazione nei misteri del cuore umano, ricco di sorprese, drammi, colpi di scena.

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Scelto da: Daniele Donati

 

Parente di Vasco

Massimiliano Parente, Parente di Vasco, Milano, La nave di Teseo, 2019

Tutti moriamo dalla voglia di conoscere la nostra rockstar preferita. Massimiliano Parente, o il suo alter ego – ormai uomo maturo e autore di numerosi romanzi – vive isolato da tutto e da tutti, rifiutandosi di andare in televisione o di presentare i suoi libri, per dedicarsi  al suo piano segreto: vuole disperatamente diventare amico di Vasco Rossi.
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Scelto da Danilo Masotti

 

L’interprete

Annette Hess, L’interprete, traduzione dal tedesco di Chiara Ujka, Vicenza, Neri Pozza, 2019
Titolo originale: Deutsches Haus

Francoforte, 1963. In una gelida domenica d’Avvento, Eva Bruhns, giovane interprete dal polacco, riceve una inattesa telefonata dalla sua agenzia. In un ufficio al centro della città, dove pare stiano approntando le carte per un processo, hanno urgente bisogno di qualcuno che traduca dal polacco, dopo che un problema col visto ha impedito all’interprete incaricato di essere presente. L’indomani Eva apprende dal giornale che due degli uomini incontrati sono il procuratore capo e il procuratore generale del processo in procinto di svolgersi contro alcuni ex membri delle SS, vinta dalla curiosità accetta l’incarico. Nei giorni successivi dovrà fare i conti col trauma proprio dei figli della generazione del Terzo Reich, la scoperta della Shoah e dell’orrendo crimine perpetrato dai nazisti. Un crimine di cui non soltanto sono ancora ignoti numerosi autori, ma che è stato colpevolmente taciuto e rimosso in ogni casa tedesca, nei lunghi anni del dopoguerra.

 

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Scelto da Romano Montroni

 

 Menzogna e sortilegio

Elsa Morante, Menzogna e sortilegio, Torino, Einaudi, 2014

Scritto subito dopo la seconda guerra mondiale, la Morante con questo romanzo ha iniziato il suo lungo percorso letterario. “O impareggiabile prosapia! Mia madre fu una Santa, mio padre un granduca in incognito, mio cugino Edoardo un ras dei deserti d’oltretomba e mia zia Concetta una profetessa regina. Si fissarono così, in solenni aspetti a me familiari, le maschere delle mie futili tragedie…”. Così assediata da tali “magnifiche” ombre, l’io narrante di Menzogna e sortilegio s’incammina verso la necropoli del proprio mito familiare: pari a un archeologo che parte verso una città leggendaria.

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Scelto da Silvia Avallone

 

 

Viaggio al termine della notte

Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte

L’anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l’ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell’Africa coloniale, la New York della “folla solitaria”, le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale.

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Scelto da: Lino Guanciale