LA TRADIZIONE CLASSICA

LA TRADIZIONE CLASSICA

Per Fischer, come per la maggior parte degli architetti della sua generazione, l’architettura continuava a identificarsi con la tradizione classica: si fondava sul linguaggio degli ordini così come era stato codificato dai trattatisti rinascimentali, da Serlio a Palladio, da Vignola a Scamozzi. Specialmente a Roma, dove Fischer si era formato, vigevano due principi incontrastati: l’autorità di Vitruvio da una parte, l’importanza dello studio delle rovine antiche dall’altra.
Certo, nell’ambito della diatriba fra gli Antichi e i Moderni c’era chi aveva iniziato a contestare questi presupposti: Claude Perrault, in particolare, aveva messo in discussione le teorie consolidate distinguendo fra le funzioni di un edificio, unico fondamento «positivo» della sua bellezza; e gli attributi estetici tradizionali, che in effetti non erano frutto che di convenzioni «arbitrarie», determinate «dall’autorità e dalla consuetudine».

J.E. Fischer von Erlach, Veduta di Vienna (da Prospecte und Abrisse einiger Gebäude von Wien / Vues et façades de quelques hotels de Vienne, 1713: frontespizio.
Fonte: Dumbarton Oaks Research Library and Collection

Un po’ dappertutto, una nuova generazione di studiosi andava ampliando i confini dell’antiquaria, iniziando a indagare nuove regioni extra-mediterranee, nuovi periodi della storia, nuove fattispecie di oggetti, facendo scoperte che mettevano in crisi le vecchie verità ricevute e le relative gerarchie di valore. Nel 1719 esce L’antiquitée expliquée et représentée en figures di Bernard de Montfaucon, che segna un punto di svolta nella cultura storica europea: è un’opera molto distante dall’Entwurff, ma fra l’una e l’altra non mancano i punti di contatto (in vari casi, per esempio, Fischer e Montfaucon fanno riferimento alle medesime fonti).
Architetti o antiquari, eruditi o dilettanti, accademici o bibliotecari di corte, c’era un filo che collegava questi autori e le loro opere: l’idea che l’architettura costituisse un linguaggio, e che il suo vocabolario potesse essere oggetto di un nuovo genere di libri illustrati, pubblicati da autori colti capaci in tal modo di porsi a interpreti del corso della storia.