Il medico ritratto nell’angolo a nord est tiene in mano un oggetto: si tratta di un naso.
Il personaggio raffigurato è un medico del XVI secolo, Gaspare Tagliacozzi (Bologna 1545-1599), allievo di Aranzio, che, dopo aver lavorato come assistente all’ospedale di S. Maria della morte dal 1570 fu docente di anatomia presso lo Studio bolognese. Medico molto famoso e apprezzato è considerato il padre della moderna chirurgia estetica. Infatti Tagliacozzi non solo fu tra i primi a studiare con criteri scientifici la chirurgia plastica, in particolare la rinoplastica, ma ebbe l’idea di riunire tutte le informazioni disponibili e inserirle in un trattato medico erudito, De curtorum chirurgia.
La tecnica chirurgica illustrata nel libro e praticata da Tagliacozzi, consisteva nel tagliare un lembo di pelle dalla parte interna superiore del braccio del paziente, innestarlo sulla parte mutilata o scarnificata del volto, cucire insieme le parti e lasciare il paziente, inguainato in un’apposita camiciola con cappuccio, con braccio e volto connessi per tre settimane. Al termine della saldatura, quando la nuova pelle era sufficientemente nutrita e l’innesto aveva ‘preso’, il chirurgo doveva suturare le parti e tenerle ferme con apposite maschere di metallo per un periodo che arrivava anche fino ai dodici mesi.
Ed ecco la ragione del naso nelle mani di questa statua.