Garzone di fornaio

Il ragazzo lascia il forno che il sole non è ancora levato: gli occhi assonnati e il grembiule stropicciato e tiepido per il pane appena sfornato ch’è caldo, molle.
Ha riempito la gerla secondo l’ordine delle consegne, alla fonte ha colmato d’acqua la fiasca, e ora consuma il tragitto a memoria intirizzito dal freddo e dalla stanchezza, ad occhi chiusi e col pensiero lontano a sognare un mondo con meno poveri. Dalla tasca ciondola la croce del rosario che sovente gli serve per sentirsi più uomo e meno bestia. Lavora senza mugugno, considerandosi fortunato che il tempo passa in fretta, che la fame non lo riguarda, che la gente incontrata passi oltre invidiosa. Che il padrone, soprattutto, non trovi con chi sostituirlo.

Incisione all’acquaforte tratta da: Giuseppe Maria Mitelli, L’Arti per via disegnate, et offerte dal Sig: Gioseppe M.a Mittelli al grande et alto Nettuno Gigante Sig. della Piazza di Bologna, Bologna, Giuseppe Longhi, 1660
Collocazione: Gds. Stampe autori vari. Cart. XVI, n. 25