Il corpo come si configura nell’arte di Wiligelmo in Modena, sui primi del XII secolo, è fisico anzitutto, umano e non umanistico, sede di esistenza e di vita, ma non capace, come in età classico-rinascimentale di azione lucidamente programmata da una virtus che gli sia inerente; questo corpo non è misura delle cose, ma è la cosa stessa nella sua densità vivente.
[Francesco Arcangeli, Corpo, azione, sentimento, fantasia. Naturalismo ed espressionismo nella tradizione artistica emiliano-bolognese. Lezioni 1967-1970, a cura di Vanessa Pietrantonio, Bologna, il Mulino, 2015, vol. 1, p. 66]
[Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana. Bologna, Palazzo dell’Archiginnasio, 12 settembre-22 novembre 1970, catalogo critico di Francesco Arcangeli, Bologna, Alfa, 1970, p. 25]
Nella Bologna oscillante fra instabili signorie e non durevoli regimi del popolo, fra l’latra cultura dello “studio” internazionale e l’antica radice popolare-contadina, l’arte di Vitale, capace di assumere in sé, per potenza di fisico impulso, questi opposti, è ardente, sensuale, fantastica; pronta a trascorrere agli estremi esistenziali della vita e della morte. […] In questi momenti davvero la forza di Vitale anticipa le estremità dell’espressionismo moderno; ma dell’espressionismo moderno essa non conosce il furore semplicistico della poetica dell’“urlo”, e nemmeno le semplificazioni “timbriche” del colore puro.
[Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana. Bologna, Palazzo dell’Archiginnasio, 12 settembre-22 novembre 1970, catalogo critico di Francesco Arcangeli, Bologna, Alfa, 1970, pp. 27-28]
Andrea de’ Bartoli [è] maestro “senza stile”; natura avida, rapace, violenta, occhio che guarda crudamente e non rifiuta nulla della realtà. […] Forse, la sua è una deviazione “realistica” dal grande naturalismo d’azione e d’espressione di Vitale; ma che non perde il contatto con le prime radici dell’esistenza.
[Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana. Bologna, Palazzo dell’Archiginnasio, 12 settembre-22 novembre 1970, catalogo critico di Francesco Arcangeli, Bologna, Alfa, 1970, pp. 31-32]
C’è un certo modo dell’uomo di proporsi all’esistenza, e di tradurre questo modo nei termini dell’arte, che è interno al ritmo naturale. […] L’uomo che sente di “esserci”, di esistere in una determinata condizione dello spazio e del tempo, in un “hic et nunc”, in un “dasein” come ha detto la moderna filosofia esistenziale tedesca, di esser stato generato a quella condizione secondo la carne e non secondo il verbo, sperimenta ed esprime, anzitutto, la propria fisicità. Ritengo che sia questa la condizione di base della vita, e perciò anche dell’arte.
[Francesco Arcangeli, Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana. Bologna, Palazzo dell’Archiginnasio, 12 settembre-22 novembre 1970, catalogo critico di Francesco Arcangeli, Bologna, Alfa, 1970, pp. 20-21]
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