1859

L’anno 1859, che vedrà grandi cambiamenti e trasformazioni, si apre con la visita del principe di Galles che soggiorna all’Hotel San Marco con lo pseudonimo di Barone di Renfrey. Al Teatro Comunale assisterà al Roberto il Diavolo di Meyerber.

Il principe di Galles, futuro Edoardo VII, in un ritratto del 1864 di Franz-Xavier Winterhalter.
Fonte Wikimedia.

In febbraio ritorna in città la poetessa Giannina Milli (1827-1888): il suo enorme successo non è un bel segnale per il potere papale. L’atmosfera è carica di aspettative per la guerra che sta per scoppiare, dal 1859 i bolognesi si attendono radicali mutamenti.
Il 13 aprile accadono i fatti più eclatanti: in un’aula dell’Università, gremita di persone in attesa della lezione del professor Vincenzo Ferranti su Napoleone III – argomento di grande attualità – si presentano i gendarmi comandati dal tenente colonnello Luigi De Dominicis, lo stesso che aveva guidato il rapimento di Edgardo. I gendarmi caricano con violenza gli studenti e molti di loro vengono fermati e portati al comando, fra le proteste dei cittadini. Il rettore monsignor Pietro Trombetti, ritenuto uno dei responsabili della violenta operazione, verrà rimosso dall’incarico dopo la fine del dominio pontificio.

I gendarmi pontificj e gli studenti di Bologna nel 1859. Memorie storiche,
Bologna, Tipografia Chierici, 1860.
17. Storia scientifica-letteraria, Caps. H 3, 7.

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La situazione precipita a giugno, quando la Seconda guerra d’Indipendenza è in pieno svolgimento. L’8 giugno ci sono delle manifestazioni sotto al portico del Pavaglione, nella stessa piazza dove per tre sere, alcuni giorni prima, gli austriaci avevano festeggiato l’inizio della guerra. In fondo alla loggia dell’Archiginnasio si trova il Caffé degli Spagnuoli, abituale ritrovo degli ufficiali austriaci.

Il portico del Pavaglione.
GDS. Fotografie Bologna, n. 1109.

Dopo la sconfitta a Magenta, l’Austria richiama il contingente austriaco che abbandona Bologna nelle prime ore del 12 giugno. Il cardinale legato Giuseppe Milesi Pironi Ferretti, constatata  l’ostilità della città, li segue immediatamente. I cittadini confluiscono in piazza Maggiore sfoggiando coccarde tricolori, le insegne pontificie sono ammainate dal Palazzo e i gendarmi pontifici consegnano la piazza alla guardia comunale e ai pompieri. Il governo viene pacificamente assunto da una “Giunta provvisoria di Governo bolognese”. Il secolare dominio pontificio su Bologna è archiviato per sempre.

Immagine pubblicata su «Il Comune di Bologna», a. XII, n. 8, agosto 1935

Subito la Giunta provvisoria, con un telegramma a Cavour, manifesta l’intenzione di annettere Bologna al Regno di Sardegna. La Giunta Provvisoria di Bologna sarà riconosciuta come Centrale di Governo dalle altre costituite nelle città dello Stato pontificio a nord degli Appennini. Reggerà il capoluogo e le legazioni fino a quando giungerà il Regio Commissario Massimo D’Azeglio (1798-1866) , inviato da Cavour. D’Azeglio entra trionfalmente in città, da Porta Santo Stefano, la sera dell’11 luglio; il suo percorso, fino al Palazzo del governo, è accompagnato da una pioggia di fiori. Richiamato a Torino il 6 agosto lascia la guida di Bologna a Leonetto Cipriani (1812-1888).  A Cipriani, molto legato a Napoleone III e inviso alle forze più democratiche, subentrerà Luigi Carlo Farini (1812-1866),  che arriverà a Bologna l’8 novembre, ma questa volta sotto una vera pioggia.

Leonetto Cipriani, GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 14, fasc. 98, c. 2; Massimo D’Azeglio, GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 18, fasc. 48, c. 1; Luigi Carlo Farini, GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 22, fasc. 43, c. 6.
Facies. La collezione dei ritratti dell’Archiginnasio  

 

Il 20 luglio è varato un decreto che ridisegna l’ordinamento municipale. Si stabiliscono le modalità per la nomina del Consiglio e del Gonfaloniere (a Bologna chiamato Senatore), viene indicato il numero dei consiglieri e dei magistrati, sono illustrati i vari poteri e le modalità di amministrazione. A Bologna le elezioni si tengono il 2, 3, 11 e 12 ottobre. Il marchese Luigi Pizzardi (1815-1871), eletto il 25 ottobre, è il primo Senatore (Sindaco) di Bologna. Viene adottato il tricolore.

 

Luigi Pizzardi
GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 47, fasc. 13, C. 1

Il corpo dei gendarmi pontifici viene sciolto e un decreto del 14 giugno istituisce la Guardia provvisoria della città di Bologna, agli ordini del Comandante in capo delle Guardie urbane conte Angelo Tattini (1823-1878). Il 20 luglio il commissario Cipriani istituirà anche a Bologna la Guardia Nazionale, con ordinamento uniformato a quello del Regno di Sardegna. La Guardia Nazionale ha mansioni di sicurezza anche per controbilanciare la presenza di numerosi corpi garibaldini.

Il 28 luglio le leggi in vigore vengono abolite e viene introdotto il Codice napoleonico Civile, Penale e di Procedura penale. Un successivo decreto di Farini del  27 dicembre stabilirà la validità dei Codici del Regno Sardo. Anche tutto il sistema della beneficenza pubblica passa sotto il nuovo governo così come le Scuole pie, mentre si provvede alacremente per modificare le norme del diritto amministrativo e civile e le regole della successione.

Il 10 agosto viene proclamata l’uguaglianza dei cittadini: è la fine della discriminazione giuridica degli ebrei.

Miscellanea bolognese, Bandi politici riguardanti Bologna e la Romagna, 10 agosto 1859, 93 (n. 149).

Tutti gli aspetti del potere temporale della Chiesa devono essere cancellati: il 14 novembre con un altro decreto Farini abolisce il Tribunale dell’inquisizione e Sant’Uffizio delle Provincie delle Romagne.

Miscellanea bolognese, Bandi politici riguardanti Bologna e la Romagna, 14 novembre 1859, 93 (n. 237).

Il desiderio di regolare i conti con il potere temporale prosegue con il decreto nel quale Farini ordina di raccogliere le prove degli abusi (licenze e arbitrii) del passato governo contro i diritti della proprietà, della famiglia e della persona. I tempi per chiedere conto dell’operato della Chiesa nel “caso Mortara” sono ormai maturi.

Miscellanea bolognese, Bandi politici riguardanti Bologna e la Romagna, 16 novembre 1859, 93 (n. 241).

Il professor Achille Gennarelli, avvocato, archeologo, bibliofilo, giornalista di sicura fede patriottica, è incaricato di raccogliere e pubblicare un volume con la documentazione raccolta per denunciare alle potenze europee e alle opinioni pubbliche le malefatte del potere temporale della Chiesa.

CCCXX, Sul rapimento del fanciullo Mortara […], in Achille Gennarelli, Il governo pontificio e lo stato romano. Documenti preceduti da una esposizione storica e raccolti per decreto del governo delle Romagne,
Prato, Tip. F. Alberghetti e C., 1860, v. I, p. 344-356.
5.R.I.21.

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Con un decreto del 14 giugno la Giunta aveva limitato fortemente la libertà di stampa e successivamente aveva introdotto un ufficio di censura, con il duplice obiettivo di limitare l’azione politica dei clericali e dei radicali. La «Gazzetta di Bologna», che era stato l’organo ufficiale del governo pontificio, cessa e nasce il «Monitore di Bologna» per la pubblicazione dei fatti governativi e delle notizie di guerra. Anche i giornali che escono  nei mesi successivi, «Gazzetta del popolo» e «Corriere dell’Emilia», sono di stretta osservanza moderata e filogovernativa.

«Gazzetta di Bologna» e «Monitore di Bologna»
17.D…

Ai primi di agosto inizia le pubblicazioni la «Gazzetta del popolo». Sostenitrice dell’annessione al Piemonte e avversa al potere temporale, si sposterà successivamente su posizioni più radicali andando incontro alla repressione governativa. Uscirà fino al novembre 1860.

«Gazzetta del popolo»
17.D.I.12

L’8 ottobre esce «Il Canocchiale» primo giornale umoristico bolognese. È costituito da quattro pagine dedicate alla cronaca cittadina e a filastrocche letterarie.

«Il Canocchiale. Giornaletto non politico»
1, n. 1 (1859) – 2, n. 10 (1860).
Trebbi Cart. VI, n. 19.

Il 28 agosto si tengono le elezioni dei rappresentanti all’Assemblea delle Romagne che si insediano il 1° settembre con una cerimonia in San Petronio. L’assemblea si riunisce nella ex chiesa di Sant’Ignazio. La sera per festeggiare l’evento dodici bande musicali entrano suonando dalle dodici porte della città.
Antonio Zanolini (1791-1877), decano dei Deputati presiede la prima seduta; il 3 settembre viene eletto presidente dell’assemblea Marco Minghetti (1818-1886).

Franz von Lembach, Ritratto di Marco Minghetti, Sale storiche della Biblioteca dell’Archiginnasio. Sala VI

Anche l’Università subisce un radicale riordino: sono previste cinque facoltà – teologia, filosofia e filologia, giurisprudenza, matematica, medicina e chirurgia – ma la cattedra di teologia viene soppressa perché i professori non si presentano alla convocazione. Il rettore Pietro Trombetti, coinvolto nella repressione degli studenti durante i disordini di aprile, viene rimosso. Alla carica si succedono nel 1859 Alessandro Palagi (1811-1889), Antonio Alessandrini (1786-1881) e Carlo Pepoli (1796-1881). Il 2 novembre è eletto il professor Antonio Montanari (1811-1898).

L’Annuario dell’Università con l’organigramma per l’anno accademico 1859- 1860 rappresenta il cambiamento in corso: le correzioni a mano riportano i mutamenti fatti in corso d’opera.

«Annuario della Regia Università di Bologna», 1859-1860.
32.F.732

Il passaggio al nuovo regime viene sottolineato dalle celebrazioni in onore di Ugo Bassi (1801-1849), martire del Risorgimento bolognese, che si tengono il 5 agosto. La salma viene riesumata e portata con tutti gli onori al cimitero della Certosa.

Ugo Bassi
GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 5, fasc. 32, c. 6

Il 15 agosto, Giuseppe Garibaldi arriva inaspettato a Bologna: la folla è entusiasta. La visita è brevissima e il generale soggiorna all’Hotel Brun, in via dei Vetturini, nelle vicinanze della casa della famiglia Mortara. In aprile l’hotel aveva ospitato anche il granduca di Toscana che aveva abbandonato i suoi territori.

Hotel Brun
GDS, Fotografie Bologna, n. 1074

Il 2 ottobre, alla presenza di Garibaldi, nuovamente a Bologna, Piazza Maggiore è solennemente intitolata a re Vittorio Emanuele II.

Piazza del Nettuno con i tipici banchetti del mercato, i cosiddetti treccoli.
GDS, Fotografie Bologna, n. 1036

Lo stemma o Arma reale di Casa Savoia – una croce bianca in campo rosso, che si trova anche sulla bandiera nazionale – è innalzato, oltre che sulla porta principale del Palazzo comunale, su tutti gli edifici pubblici della provincia di Bologna e delle Romagne.

Lo stemma del nuovo Regno d’Italia nato con i Savoia

 

Il 21 luglio viene aperta la ferrovia Bologna-Piacenza; il 4 luglio la ferrovia era già stata utilizzata per portare a Bologna da Modena un battaglione di bersaglieri piemontesi.
Il 1° ottobre è inaugurato un servizio di omnibus a cavallo dalla nuova stazione ferroviaria a piazza Maggiore lungo via Galliera. Al prezzo di un baiocco si può andare dalla stazione al centro cittadino e viceversa.

Durante tutto l’anno le grandi trasformazioni istituzionali sono scandite dalle tante celebrazioni che prevedevano l’illuminazione notturna a festa della città e la presenza di bande musicali. Oltre a questo si svolge in città la normale vita culturale. Il 29 ottobre al Teatro Comunale si rappresenta La Favorita di Donizetti. Poco apprezzati, secondo il cronista Bottrigari, vengono rappresentati il ballo I misteri di Parigi del coreografo Antonio Cortesi (1796-1878) e l’opera Vittore Pisani, con musica di Achille Peri (1812-1880) e libretto di Francesco Maria Piave (1810-1876) in scena l’8 ottobre. Le critiche salvarono solo la cantante, la bolognese Isabella Galletti (1835-1901).

Anonimo, La cantante Isabella Galletti Gianoli . – esec. ca. 1870.
CERVI Fondo spec. Cart.35,1619.
Fondo Cervi

 

Maggiore successo riscuote il ritorno di Giannina Milli (1827-1888), al Teatro del corso con un recital di beneficienza per la causa veneta.

 

Giannina Milli
GDS, Collezione dei Ritratti, Cart. 39, Fasc. 92, C. 1.
La litografia riproduce il busto di Bernardo Bernardi conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio.

L’11 dicembre Farini visita l’Archiginnasio e stabilisce che manoscritti e libri rari, dispersi fra le istituzioni governative, vadano conservati presso la Biblioteca dell’Archiginnasio. Luigi Frati illustra a Farini il progetto di unire,  tramite un cavalcavia su via de’ Foscherari, il palazzo dell’Archiginnasio con il confinante Ospedale della Morte per dare una sede adeguata agli archivi e alle collezioni comunali. Farini accoglie il progetto con favore e lo include nei “lavori grandiosi e straordinari”. L’anno successivo Coriolano Monti (1815-1880) divenuto ingegnere capo farà il progetto che verrà realizzato nel 1861.

I palazzi dell’Archiginnasio e della Morte congiunti dal voltone su via de’ Foscherari in un disegno di Raffaele Faccioli.
GDS, raccolta Disegni autori vari, cart. 11, n. 8.

Luigi Frati, Di tre bisogni principali della città di Bologna e del modo di provedervi in un sol luogo,
Bologna, Tipi Governativi alla Volpe, 1859.
17, Amministrazione Municipale, Caps. N.2, n. 6.

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Luigi Frati (1815-1902), dal 1858 fino alla morte fu il Direttore della Biblioteca dell’Archiginnasio. In questo progetto Frati propone di collocare il Mercato coperto, le Scuole tecniche Aldini-Valeriani e l’Archivio delle memorie patrie in un unico edificio, l’ex Ospedale della Morte posto tra il palazzo dell’Archiginnasio e il palazzo de’ Banchi. Si tratta di uno dei tanti progetti ideati dopo la fine del dominio pontificio a Bologna, un periodo in cui si progettò la città del futuro come reazione all’immobilismo dell’epoca precedente.

Il 1859 si chiude con un’abbondante nevicata, raccontata da Enrico Bottrigari:
Col giorno 11 corrente cade la prima neve, che va aumentando notabilmente ne’ giorni successivi fino al 20, in cui cadde per tutta la giornata e per tutta la notte, ricordando per la grande quantità quella del 1829. (Bottrigari, v.2, p. 546)

Bologna con la neve.
GDS, raccolta Cartoline Bologna, n. 1-019.

 

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