Perché questo progetto

Questo sito è un percorso bibliografico digitale fra le fonti dell’epoca possedute dalla Biblioteca dell’Archiginnasio – quotidiani, riviste, bandi, libri e opuscoli, stampe e disegni – che vengono riprodotte integralmente o parzialmente, nella maggior parte dei casi per la prima volta, per consentire l’accesso diretto alla documentazione di un fatto storico che ebbe innumerevoli conseguenze e implicazioni politiche, sociali e religiose.

Pochi eventi accaduti nella Bologna del XIX secolo suscitarono un interesse internazionale simile a quello del “caso Mortara”, paragonabile per certi versi al celebre “caso Dreyfus”, ma a differenza di quest’ultimo, dopo alcuni anni l’eco della vicenda si spense, e soprattutto si perse la memoria degli importanti effetti politico-diplomatici che aveva generato, e del caso non si trova traccia in molti dei lavori storiografici della prima metà del XX secolo che ripercorrono le vicende dell’unificazione d’Italia, anche a livello locale.

A cosa si deve dunque il rinnovato interesse per il “caso Mortara” dopo 160 anni da quell’avvenimento?

La prima importante ricostruzione storica del “caso Mortara” la dobbiamo a Gemma Volli, nel 1960, ma i suoi scritti ebbero diffusione perlopiù a livello locale o nell’ambito specialistico degli studi sulla storia ebraica.
La vera riscoperta del “caso Mortara” avvenne alcuni decenni dopo: tra la fine del 1996 e l’inizio del 1997 , per un puro caso e stranamente a distanza di pochi mesi, furono pubblicati due libri che fecero conoscere il “caso Mortara” ad un pubblico più vasto: Prigioniero del Papa Re, dello storico statunitense David Kertzer, e Il caso Mortara, dello scrittore e giornalista Daniele Scalise.

Nello stesso periodo, sotto al pontificato di Giovanni Paolo II, riprese vigore la causa di beatificazione di Pio IX, completata nel 2000, il Papa che aveva strenuamente difeso il diritto della Chiesa cattolica di educare cristianamente Edgardo Mortara, e questo fatto suscitò la reazione contraria non solo delle comunità ebraiche internazionali, ma anche di ampi settori della società civile, e al tempo stesso la contro reazione, in ambito cattolico, di sostenitori dell’operato di Pio IX, anche per quanto riguardava il “caso Mortara”. Nel 2005, ad esempio, Vittorio Messori, scrittore e giornalista cattolico, pubblicò il libro “Io, il bambino ebreo rapito da Pio IX”, in cui si polemizza aspramente con chi criticava l’operato del Papa, a dimostrazione che la dura contesa tra opposte fazioni che aveva caratterizzato il “caso Mortara” tra il 1858 e il 1860, era solo sopita e covava ancora, viva, sotto la cenere.

Il libro di David Kertzer, in particolare, suscitò un vasto interesse contribuendo a far conoscere la vicenda al di fuori dell’ambito specialistico degli storici; ma l’aspetto più peculiare fu la sua capacità di ispirare non solo altri saggi storiografici, come è ovvio, ma anche lavori artistici influenzando la cultura di massa attraverso la realizzazione, ad esempio, di spettacoli teatrali, e più di recente ispirando registi cinematografici molto noti al grande pubblico.

È interessante notare che lo stesso fenomeno accadde nell’immediato periodo successivo al “ratto” del piccolo bolognese, con la messa in scena di vari drammi teatrali ispirati al “caso Mortara”, come ad esempio Herman M. Moos, Mortara or the Pope and his inquisitors. A drama, pubblicato a Cincinnati, negli Stati Uniti, nel 1860 o quello dello statunitense francofono Victor Séjour, studiato anche recentemente da Elèna Mortara nel libro Writing for justice. Victor Séjour, the kidnapping of Edgardo Mortara and the age of transatlantic emancipations (2015).
Il “caso Mortara” d’altra parte ben si prestava a ispirare opere di questo genere, dato che l’opinione pubblica di vari paesi era rimasta molto colpita dalle vicende della famiglia Mortara: il “ratto” del piccolo Edgardo, la disperazione dei genitori e dei fratelli, e il coinvolgimento della Santa Inquisizione, che in molti paesi d’Europa e d’oltreoceano rimandava a epoche storiche passate contrassegnate da violenza e oscurantismo, offrirono spunti drammatici per cupe storie di sopraffazione e di morte.

Il “caso Mortara” generò dunque, e genera ancora, a dire il vero, una grande quantità di materiale documentario di vario genere prodotto dalle due parti contrapposte, molto del quale conservato nelle biblioteche e negli archivi dei paesi in cui la polemica fu più aspra.

La Biblioteca dell’Archiginnasio possiede un nucleo documentario importante per la ricostruzione storica di questo caso, anche perché la vicenda principale, il “ratto” del piccolo Edgardo, avvenne a Bologna, ma va rilevato che fino alla caduta del potere pontificio, nel giugno del 1859, non sarebbero mai potuti entrare in Archiginnasio giornali e pubblicazioni che contrastavano la versione ufficiale del Papa; dopo quella data le posizioni contrapposte si poterono invece confrontare sui giornali appartenenti ai due schieramenti, quello cattolico e quello liberale e democratico, seppur sotto l’occhio vigile delle censura, e quindi le fonti documentarie che si conservano in biblioteca non appartengono ad una sola parte.

La ricerca storica ha in seguito generato ulteriore documentazione critica, che ha avuto l’effetto di stimolare gli istituti come l’Archiginnasio ad ampliare il proprio patrimonio con nuove acquisizioni di documenti disponibili sul mercato antiquario, ad esempio acquistando alcuni rari opuscoli sul “caso Mortara”, come avvenuto di recente, ma anche ad offrire nuove forme di accesso alla conoscenza, con la messa a disposizione in forma diretta dei documenti digitalizzati conservati in Archiginnasio tramite la realizzazione di un sito come questo.

La nostra ambizione è quella di offrire uno strumento che consenta non solo a studiosi e ricercatori di raggiungere più facilmente la documentazione conservata in biblioteca, ma anche di permettere ad un pubblico più vasto di lettori e semplici curiosi che si sono imbattuti nel “caso Mortara” leggendo un libro, un articolo o guardando un film o uno spettacolo teatrale, di entrare in contatto diretto con le fonti storiche di questa complessa e dibattuta vicenda.

Per ultimo, lo scopo di questo sito è anche quello di ricostruire il contesto storico, sociale e culturale della Bologna dell’epoca, mettendo a disposizione altri documenti, testuali o iconografici, non direttamente connessi al “caso Mortara”, utilizzando sia i documenti accessibili in rete appositamente digitalizzati per questo progetto, sia valorizzando risorse digitali già messe a disposizione in passato, tramite altri siti: il “caso Mortara” è quindi un percorso bibliografico nei documenti conservati nei nostri depositi, e nel contempo un viaggio nell’ormai vasta e ricca Biblioteca digitale dell’Archiginnasio.

> Bibliografia di riferimento

 

 

 

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