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Enrico Bottrigari (1811-1895) era un notaio con la passione per la storia patria, appartenente ad una antica e nobile famiglia bolognese. Ci ha lasciato una cronaca manoscritta, conservata presso la Biblioteca dell’Archinnasio (Mss. B2558, B2559, B2260, B2261) e pubblicata in 4 volumi da Zanichelli nel 1960-1962, dove sono narrati principalmente gli avvenimenti cittadini tra il 1845 e il 1871.
Si tratta di una fonte molto importante per la storia bolognese, perché il Bottrigari ci racconta di
[…] movimenti politici e sociali, industria, commercio, artigianato, nuove costruzioni, applicazione delle moderne scoperte, spettacoli teatrali, manifestazioni culturali,attività dei corpi accademici e dell’Università, igiene pubblica e malattie predominanti, straordinari cambiamenti meteorologici.
(Aldo Berselli, Introduzione, in Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna 1, 1845-1848, Bologna, Zanichelli, 1960, p. XIV).
Bottrigari era un liberale moderato, con una forte avversione verso lo Stato Pontificio e con posizioni anticlericali che a volte ne condizionano l’obiettività.
D’altra parte di molte informazioni fornite dalla Cronaca non abbiamo testimonianza in altre fonti (giornali, cronache, diari), e dunque la loro importanza è fondamentale per la storia cittadina.
Bottrigari tratta del “caso Mortara” nel v. II (1849-59), p. 422-423 e nel v. III (1860-1867), p. 45-46.
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La Cronaca di Nascentori Manzi copre il periodo 1853-1876, ma si tratta per buona parte del testo di trascrizioni da articoli di giornali: in questo caso l’autore trascrive alcuni degli articoli sul “caso Mortara” pubblicati su «La Civiltà cattolica».
Pio IX soggiornò per diverse settimane a Bologna durante l’estate del 1857, dal 9 giugno al 17 agosto, come tappa di un lungo viaggio attraverso le principali città dello Stato pontificio.
L’ingresso a Bologna avvenne transitando sotto un grande arco trionfale eretto in località Crociali, fuori Porta Maggiore, dopo il portico degli Alemanni.
Nella sua Cronaca, Enrico Bottrigari descrive la permanenza del Papa a Bologna con parole graffianti, senza augurarci un di lui ritorno (Bottrigari, p. 404-405).
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Il cosiddetto Bonaga è un prezioso repertorio che veniva pubblicato ogni anno, a partire dal 1835. Fornisce informazioni altrimenti difficilmente reperibili, sulle istituzioni e sulla società bolognese, in particolare elenca i nomi e gli indirizzi di avvocati, notai, medici e chirurghi, ingegneri, periti agrimensori e di altre categorie di professionisti operanti in città.
Francesco Jussi, difensore di padre Pier Gaetano Feletti, l’inquisitore di Bologna al tempo del “caso Mortara”, è citato a p. 4, come supplente difensore de’rei nel Tribunale civile e criminale di prima istanza di Bologna, e a p. 8, tra gli avvocati addetti al Tribunale d’appello.
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Il Saggio statistico fornisce dati sull’amministrazione della giustizia a Bologna e provincia nel periodo 1856-1858, elencando dettagliatamente i vari fatti criminosi denunciati alla Cancelleria criminale del Tribunale di prima istanza. Viene così fornito un interessante quadro della situazione dell’ordine pubblico nel territorio bolognese negli ultimi anni del dominio pontificio.
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Pubblicato ogni anno a partire dal 1759, con alcune variazioni di titolo, il Diario del Governo ecclesiastico offre una grande massa di informazioni sulla complessa e articolata organizzazione religiosa della diocesi di Bologna, fornendo i nomi di migliaia di persone, religiosi e laici, che ne facevano parte, dai membri del Tribunale criminale ecclesiastico ai responsabili di ospedali, orfanotrofi e conservatori.
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Giuseppe Bosi (1800-1890), singolare figura di erudito locale, pubblica tra il 1853 e il 1859 quattro volumi dell’Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, un insieme eterogeneo di informazioni storiche non sempre ben documentate, ma comunque in molti casi di una certa utilità, nonostante il carattere divulgativo rivolto ad un pubblico di non specialisti. Dal volume stampato nel 1857, ad esempio, David Kertzer, nel suo Prigioniero del Papa Re (p. 309-312), dedicato al “caso Mortara”, apprende la notizia che il 23 giugno 1858, quando i gendarmi papali si recano a casa dei Mortara, sia l’arcivescovo Michele Viale Prelà che il legato pontificio di Bologna, Giuseppe Milesi, si trovavano in visita a San Giovanni in Persiceto, e dunque non poterono ricevere la disperata supplica del padre di Edgardo di intervenire per evitare che il figlio venisse prelevato dai gendarmi.
Luigi Frati (1815-1902), dal 1858 fino alla morte fu il Direttore della Biblioteca dell’Archiginnasio. In questo progetto Frati propone di collocare il Mercato coperto, le Scuole tecniche Aldini-Valeriani e l’Archivio delle memorie patrie in un unico edificio, l’ex Ospedale della Morte posto tra il palazzo dell’Archiginnasio e il palazzo de’ Banchi. Si tratta di uno dei tanti progetti ideati dopo la fine del dominio pontificio a Bologna, un periodo in cui si progettò la città del futuro come reazione all’immobilismo dell’epoca precedente.
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Michelangelo Gualandi, già autore di Memorie originali italiane risguardanti le belle arti, un’opera in sei volumi stampata tra il 1840 e il 1845, scrive nel 1850 questa guida, poi ristampata nel 1860, 1865 e 1875, e nel 1871 in francese. Nell’edizione del 1860 è particolarmente ampio l’indice schematico degli artisti. In fondo al volume sono stampate le tariffe dei fiacres e degli omnibus a cavallo per la Stazione ferroviaria.
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Nell’opuscolo, corredato da efficaci illustrazioni, viene descritto un episodio accaduto il 13 aprile 1859 che indignò molti bolognesi: la violenta e gratuita repressione operata da gendarmi pontifici nei confronti di un gruppo di studenti universitari. I gendarmi erano guidati dal colonnello Luigi De Dominicis, che l’anno prima aveva coordinato l’operazione del prelievo di Edgardo Mortara dalla sua abitazione.
All’inizio del 1860 il Governatore Farini decretò la realizzazione di imponenti opere di fortificazione per la difesa di Bologna, il cosiddetto Campo trincerato.
I lavori comportarono espropri e interventi invasivi sul territorio bolognese, sia in collina che in pianura.
Il bolognese Carlo Berti Pichat (1799-1878), all’epoca deputato del Parlamento, scrisse una relazione al Sindaco, Luigi Pizzardi, in difesa degli interessi dei cittadini bolognesi colpiti dagli espropri e dai danni provocati dalla costruzione delle fortificazioni.
Achille Gennarelli raccolse in due volumi un’imponente mole di documenti di vario genere allo scopo di testimoniare i crimini e gli abusi del decaduto Governo pontificio. La raccolta fu disposta con decreto del 16 novembre 1859 dal Governatore Luigi Carlo Farini. I documenti raccolti sul “caso Mortara” sono preceduti da un dettagliato promemoria che ricostruisce la vicenda.
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L’autore ricostruisce la biografia del cardinale Michele Viale Prelà: si tratta di un vero e proprio panegirico, che contrasta con le dure critiche verso il prelato espresse da parte liberale anche in occasione del suo decesso. Fantoni non fa alcun accenno al “caso Mortara”, che d’altra parte per i sostenitori di Pio IX era un caso chiuso, che anzi non avrebbe mai dovuto essere aperto, trattandosi di questioni interne alla Chiesa cattolica.
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Emilio Castelar (1832-1899), letterato, storico e politico spagnolo di idee democratiche e repubblicane, viaggiò in Italia negli anni sessanta dell’Ottocento, scrivendo impressioni di viaggio che vennero pubblicate in Spagna nel 1872 e tradotte in italiano, per la prima parte, nel 1873.
Di particolare interesse per il tema ebraico è il capitolo intitolato Il Ghetto, nel quale Castelar descrive le terrificanti condizioni di degrado in cui sono costretti a vivere gli ebrei romani (p. 96):
I piedi si immergono in un molle strato di escrementi che paiono letti di porco o di ippopotamo […].
Castelar ironizza anche sulla descrizione di Roma data da Luigi (Louis) Veuillot, lo scrittore francese acceso sostenitore di Pio IX e difensore del suo operato nel “caso Mortara”:
[…] e bisogna davvero turarsi molto bene le narici per non aspirare quegli aromi spirituali che inebriano l’anima pietosissima di Luigi Veuillot.
Nel descrivere la condizione degli ebrei romani, che Castelar ammette di essere migliorata sotto il pontificato di Pio IX, non poteva mancare un accenno al “caso Mortara” (p. 100):
[…] la prova che la legislazione dei papi ammette tuttora delle crudeltà incomprensibili, si riscontra nel fatto del celebre fanciullo ebreo battezzato furtivamente per opera di una fanatica serva […].
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Anche in una pubblicazione come questa, rivolta al grande pubblico di appassionati di cose bolognesi e realizzata a molti anni di distanza dal “caso Mortara”, si possono trarre informazioni utili e curiose sui protagonisti di quegli eventi.
Così, a p. 12, curiosando nei magazzini comunali, Testoni ci racconta di numerosi busti di Pio IX e del cardinale Viale Prelà, ricoperti di polvere e di ragnatele: Sic transit gloria mundi.
Curioso è anche il racconto delle vicissitudini di un suggeritore teatrale (p. 118-122), che fu convocato al Sant’Uffizio di Bologna, presso la chiesa di San Domenico, a causa di un testo con frasi considerate oscene, che dovette affrontare una sorta di interrogatorio da parte di monsignor Golfieri e di padre Feletti, l’inquisitore che si occupò del “ratto” di Edgardo Mortara.
Quotidiani
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«L’Osservatore bolognese» era un giornale pubblicato dalla Chiesa di Bologna. La redazione si trovava in via Altabella n. 1616 e il Direttore era lo stesso Cardinale Michele Viale Prelà. Dapprima usciva una volta la settimana, il venerdì, ma in seguito uscì prima due, poi tre volte la settimana.
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Il primo numero de «Il Canocchiale» uscì l’8 ottobre 1859, e fu il primo giornale umoristico bolognese. Dopo i lunghi anni contrassegnati dalla censura papale, e nonostante il nuovo regime mantenesse un rigido controllo della stampa, la voglia dei bolognesi di ridere portò finalmente alla nascita dei primi giornali umoristici, con risultati tuttavia mediocri.
«Il Diavoletto. Giornale fantastico» fu il secondo giornale umoristico nato a Bologna nei primi anni dell’unità d’Italia, dopo «Il Canocchiale». Furono pubblicati 37 numeri, settimanali.
I bandi
Il Governatore Luigi Carlo Farini decreta che nelle Romagne tutti i Cittadini, senza distinzione di culto, e quindi anche gli ebrei, sono eguali dinanzi alla legge, e nell’esercizio dei diritti politici e civili.
Il Governatore Luigi Carlo Farini decreta l’abolizione del Tribunale detto della Sacra Inquisizione e Sant’Uffizio nelle Provincie delle Romagne.
Il Governatore Luigi Carlo Farini decreta di realizzare una raccolta di documenti delle licenze e degli arbitri del cessato Governo. I documenti verranno poi pubblicati in due corposi volumi curati da Achille Gennarelli: Il governo pontificio e lo stato romano. Documenti preceduti da una esposizione storica e raccolti per decreto del governo delle Romagne, Prato, Tip. F. Alberghetti e C., 1860. Al “caso Mortara” sono dedicate le p. 344-356, nel v. I.
Il Governatore Luigi Carlo Farini decreta che la Legge sarda del 9 aprile 1850 sull’abolizione dei privilegi del Foro ecclesiastico, e d’immunità e di asilo avrà forza nelle Provincie delle Romagne.
Articolo 3°: Gli ecclesiastici sono soggetti, come gli altri cittadini, a tutte le Leggi dello Stato […].
Altre risorse sull’argomento
Le risorse nella Biblioteca digitale dell’Archiginnasio che trattano del periodo:
1855 Cholera Morbus. Società e salute pubblica nella Bologna pontificia
Ai tempi della Balla grossa. Le imprese criminali di un’associazione di malfattori nella Bologna postunitaria.
Dieci parole per Bologna. Nove secoli di vita comunale
Nascita di una Nazione. Immagini del Risorgimento italiano nelle raccolte dell’Archiginnasio