Abolizione

Mappa abolizionista
Julius Ruben Ames, The Legion of Liberty and Force of Truth, Containing the thoughts, words, and deeds, of some prominent Apostles, Champions and Martyrs. New York, American Anti-Slavery Society, 1847
Cornell University Library, Digital Collections

 

 

Attraverso fughe, rivolte e resistenza le persone rese schiave contribuirono attivamente alla propria liberazione. Gli schiavi liberati ebbero un ruolo importante anche nella campagna per l’abolizione della tratta atlantica, un movimento trasversale che vide la partecipazione di filosofi, filantropi, politici e religiosi.

Nella seconda metà del Settecento cominciò gradualmente ad affermarsi in Europa la convinzione che il commercio degli schiavi fosse una pratica anticristiana, moralmente, filosoficamente e politicamente inaccettabile per la civiltà europea.

In seguito alle pressioni dei circoli antischiavisti che nella seconda metà del Settecento erano nati in diverse parti dell’Inghilterra, il dibattito sull’abolizione del commercio atlantico giunse anche in parlamento. Il 25 marzo del 1807, con 114 voti a favore e 15 contrari, la House of Commons approvò lo Slave Trade Act, una legge che vietava il commercio atlantico degli schiavi.

Nave del West African Squadron
Schizzo di H.P. Neville, «The Illustrated London News», 2 dicembre 1876
Wikimedia Commons

 Dopo l’approvazione della legge, la Gran Bretagna si fece paladina della lotta abolizionista. Attraverso strumenti diplomatici e negoziati bilaterali riuscì a far firmare agli altri paesi europei dei trattati che consentivano al West African Squadron di perquisire le navi che salpavano dalla costa occidentale dell’Africa. Gradualmente, anche gli altri paesi europei abolirono la tratta: la Spagna nel 1817, la Francia nel 1818 e il Portogallo nel 1836.

Ciononostante, il commercio atlantico degli schiavi continuò illegalmente. Nel corso del XIX secolo, più di tre milioni di schiavi vennero trasportati attraverso l’Atlantico.
Il 1° agosto del 1834, la Gran Bretagna abolì la schiavitù nelle sue colonie.

Medaglione inciso con il motto abolizionista «Am I not a man and a brother?»
Disegnata nel 1787
Metropolitan Museum of Art, New York, Public Domain

 

L’immagine di uno schiavo inginocchiato in catene con la frase “Non sono io un uomo e un fratello?” divenne il simbolo del movimento abolizionista. Incisa su medaglioni e gioielli, e riprodotta su ceramiche e accessori, l’immagine venne usata in Gran Bretagna come strumento per mobilitare l’opinione pubblica e il parlamento a favore dell’abolizione della tratta. Questa rappresentazione è stata criticata perché restituisce un’immagine passiva degli schiavi.

Dal commercio illegittimo al commercio legittimo al commercio illegale

La fine della tratta atlantica non significò la fine della schiavitù in Africa. Con il passaggio dal commercio illegittimo degli schiavi a quello legittimo delle materie prime e dei prodotti agricoli africani – come olio di palma, arachidi e gomma – le società africane trasformarono i propri sistemi economici per produrre le merci richieste dai mercati europei. La produzione si basava sull’impiego di manodopera schiavizzata, molto spesso costituita da giovani donne, più facili da catturare e controllare.

Cronologia dell’abolizione della schiavitù nel mondo

 

Abolizione della schiavitù in Brasile, 1888
Dipinto di Victor Meirelles, Abolição da Escravatura. Rappresenta la principessa imperiale Isabella che decreta la fine della schiavitù
Brasiliana Iconográfica
Wikimedia Commons

 

Targa in ricordo di Ottobah Cugoano alla Schomberg House, Londra
Copertina del libro di Ottobah Cugoano, Thoughts and Sentiments on the Evil and Wicked Traffic of the Slavery and Commerce of the Human Species (1787).
  Wikimedia Commons

Gli scritti degli ex-schiavi ebbero un ruolo importante nella lotta per l’abolizione della schiavitù. Il racconto degli orrori dello schiavismo, della separazione dai propri familiari, del lavoro disumano e delle violenze subite, ma anche le storie di fuga e di riscatto, furono uno strumento potente per far breccia nei cuori dei lettori e diffondere in maniera capillare il messaggio abolizionista.
Tra questi, molta influenza ebbe il testo di Ottobah Cugoano Pensieri e sentimenti sulla crudeltà della schiavitù e del commercio di uomini, pubblicato nel 1787. Nato attorno al 1757 in quello che oggi è il Ghana, Cugoano venne catturato all’età di 13 anni e trasportato su una nave in una piantagione delle Indie Occidentali. Acquistato da un mercante britannico, venne poi portato in Gran Bretagna dove gli fu concessa la libertà. Insieme ad Olaudah Equiano fece parte del movimento Sons of Africa (Figli dell’Africa), un’associazione di schiavi liberati con sede a Londra che si batteva per l’abolizione della schiavitù.

Soldati neri nell’esercito dell’Unione
Murale sulla facciata dell’Enslavement and Civil War Museum, Selma, Alabama
Foto di Adam Jones
Wikimedia Commons
Una «istituzione peculiare»

Nonostante la resistenza degli schiavi, la crescita dei movimenti abolizionisti, il crescente protagonismo sulla scena pubblica di leader di origine africana, la costruzione di reti di sostegno alla liberazione degli schiavi come la “Ferrovia sotterranea”, la “istituzione peculiare”, come veniva definita la schiavitù negli stati del Sud, resistette fino alla Guerra di Secessione (1861-1865), seguita all’elezione alla presidenza del repubblicano Abraham Lincoln nel 1860.

Nel 1863 Lincoln emanò il Proclama di Emancipazione, sulla base della quale “tutte le persone tenute schiave” negli stati ribelli secessionisti dovevano essere liberate.

Complessivamente, più di 200.000 soldati afroamericani combatterono per l’Unione nella Guerra di Secessione, una cifra pari a quasi il 10 % di tutte le forze nordiste. Più di 68.000 soldati neri morirono in battaglia o furono dichiarati dispersi. Il loro contributo fu fondamentale e rese di fatto impossibile, una volta terminata la guerra, un ritorno alla schiavitù.

L’abolizione della tratta atlantica non significò la messa fuori legge della schiavitù. Le società schiaviste delle Americhe, in particolare, continuarono a praticare forme di schiavitù che rimasero legali ancora per molti decenni. Il Brasile, per esempio, abolì la schiavitù solo nel 1888, ultimo paese dell’America Latina a farlo.

Serie di cartoline che illustrano il viaggio di uno schiavo dalla piantagione alla libertà per la quale perde la vita durante la Guerra di Secessione
Illustrazioni di James Fuller Queen, 1863 ca.
  Wikimedia Commons

 

Giorno dell’emancipazione degli schiavi, Carolina del Sud, 1863
«Frank Leslie’s Illustrated Newspaper», Jan. 24, 1863
Library of Congress, Prints and Photographs Division
Slavery Images

 

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