L’istituzione della schiavitù ha caratterizzato, in gradi e forme diverse, la maggioranza delle società umane. Le strutture economiche delle società centralizzate dell’antichità (come l’Antico Egitto, la Grecia e la Roma antica) erano, ad esempio, basate sullo sfruttamento del lavoro servile.
Il termine italiano “schiavo” (come il tedesco Sklav, il francese esclave e l’inglese slave) viene dal latino medievale sclavus o slavus e dal greco bizantino sklavos, parole il cui uso è attestato già dal XIII secolo e indicative dell’origine slava di molti degli schiavi nell’Europa del tempo.
La schiavitù è esistita nella storia in forme molto diverse tra loro. Ma una serie di caratteristiche la distinguono da altre forme di sfruttamento: uno schiavo è considerato come una proprietà legalmente sancita, subisce un ampio livello di coercizione, è oggetto di stigma e marginalizzazione sociale, e non viene riconosciuto come genitore legittimo dei propri figli.
All’interno di questo ampio ventaglio di casi storici, la schiavitù atlantica, caratterizzata dalla cattura, dalla vendita, dal trasporto e dallo sfruttamento nelle Americhe degli schiavi e delle schiave africani rappresenta un caso particolare, sia per la sua ampiezza globale, sia per aver contribuito a una razzializzazione delle relazioni sociali ancora oggi esistente, sia infine per l’impatto che ha avuto sulle società africane.
«A partire dal momento in cui, in Occidente, e in particolare nelle Americhe, il valore commerciale dello schiavo è diventato la norma, il concetto di schiavo si è largamente precisato: colui che può essere comprato e venduto – non solo il suo lavoro o solo la sua sessualità, ma lui stesso in quanto persona.»
(Catherine Coquery-Vidrovitch, Les routes de l‘esclavage, 2021)
Citazioni di testi originali risalenti ai secoli XVIII-XX possono contenere termini e parole in uso al tempo e che ora sono considerate inaccettabili e offensive.
Guerre e razzie hanno rappresentato le principali forme di approvvigionamento degli schiavi, ma in molti casi la schiavitù poteva essere comminata anche come pena, per esempio per offese al sovrano, oppure per il pagamento di un debito.
Le mansioni che svolgevano gli individui schiavizzati variavano sulla base del genere e delle esigenze dei loro proprietari. Essi potevano essere impiegati come lavoratori nelle piantagioni e nelle miniere, come servitori domestici, come soldati, come faccendieri o emissari dei propri padroni, oppure come eunuchi e concubine.
Gli eunuchi erano uomini che venivano sottoposti alla mutilazione degli organi genitali. Poiché non potevano avere discendenti, erano considerati molto affidabili come servitori, soprattutto presso le corti del Medio Oriente.