Harriet Tubman

Illustrazione: Valeria Cammarosano

«C’erano due cose a cui avevo diritto: la libertà o la morte; se non potevo avere l’una, avrei avuto l’altra. Quando capii di aver oltrepassato il confine, mi guardai le mani per vedere se ero ancora me stessa. C’era un’aria di gloria; il sole albeggiava tra gli alberi e sui campi e mi sentivo quasi in Paradiso.»

Harriet TUBMAN
1822 – 1913

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Voce narrante: Giulia Pizzimenti

Nata Aramina “Minty” Ross nel Maryland e conosciuta come “Mosè degli afroamericani”, prese il cognome Tubman dal marito, un nero libero. Nel 1849 fuggì da sola dalla piantagione. Grazie agli aiuti della “Ferrovia sotterranea” riuscì a raggiungere il Nord. Qui cominciò la sua attività di guida e attivista, riuscendo a far fuggire più di 70 persone in 13 spedizioni.

Allo scoppio della Guerra di Secessione, partecipò alle azioni belliche delle forze dell’Unione nordista come infermiera, spia, staffetta, e guidò un’operazione militare che portò alla liberazione di oltre 700 schiavi.

Dopo essersi risposata nel 1869, visse una lunga vecchiaia in ristrettezze economiche, che non le impedirono di unirsi alle lotte per il suffragio femminile.

La storia della sua vita fu raccolta e pubblicata all’epoca da Sarah Hopkins Bradford in due libri: Scenes in the Life of Harriet Tubman (1869) e Harriet, the Moses of Her People (1886).

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