Archivio Merianin – Fra le decine di mappe del XVII secolo che rappresentano Amsterdam, questa fu realizzata dall’incisore e mercante di carte olandese Frederik de Wit tre anni prima dell’arrivo di Merianin nella florida città. È stata scelta perché restituisce il volto nuovo di Amsterdam al termine di oltre cinquant’anni di lavori di ampliamenti urbanistici e di modernizzazione. È un piacere perdersi nell’ordine dei nuovi lotti edificati fra i canali appena allargati, dove sorsero vie e case di mercanti dal doppio uso, abitazione e magazzino, come probabilmente fu quella di Merianin, sicuramente dotata anche di un giardino. È un piacere immaginare questi giardini privati (tutt’ora conservati), osservare gli slarghi con le file di alberi e il movimento del porto.
È stato individuato sulla mappa il quartiere dove viveva Merianin (in rosso) e altri luoghi significativi come la sede della Compagnia delle Indie Occidentali (in giallo) e il nuovo Orto botanico (in verde). Nel particolare, la casa di Merianin si trova in Kerkstraat (via della Chiesa). Sulla mappa del 1688 è stata individuata la zona: la strada termina in prossimità del fiume Amstel che entra in città poco lontano e confluisce sulla piazza dominata dalla AmstelKerk (Chiesa sull’Amstel). Nella legenda di de Wit i numeri 351 e 350 fanno riferimento a questa chiesa protestante in legno (tuttora uguale) che l’incisore olandese Bastaen Stopendael ritrae nella bellissima acquaforte contenuta in Beschryving der Stadt Amsterdam (Descrizione della città di Amsterdam, Amsterdam, 1693) di Caspar Commelin: l’atmosfera piena di vita racconta molto dell’anima che ancora connota questa città affascinante e vivace.
Utilizzando uno dei codici visivi tipici della cartografia, la cornice che circonda la mappa vera e propria, si sono collocati alcuni frontespizi di opere di contenuto naturalistico sicuramente conosciute da Merianin e ritratti di collezionisti, studiosi protagonisti della vita culturale e scientifica di quegli anni con cui Merianin intrecciò rapporti, di cui conosceva gli studi o le raccolte e i gabinetti di curiosità.
Amsterdam era, nel secolo d’oro, una metropoli agiata e cosmopolita, epicentro del commercio internazionale con i suoi 20 chilometri di canali, il porto da 4000 navi grandi e piccole, la presenza delle Compagnie delle Indie, le due Borse, le banche, i quartieri funzionali, l’industria dei diamanti, il progresso scientifico, la creatività artistica.
Nel porto giungevano da oltremare, con le merci del florido mercato internazionale, manufatti e esemplari di flora, fauna e minerali ai quali imprenditori, commercianti, editori, studiosi, collezionisti attingevano chi per rivenderli, chi nella speranza di qualche eclatante scoperta scientifica, chi per incrementare una raccolta. Anche grazie al successo del Libro dei bruchi si aprirono a Merianin le porte dei gabinetti di meraviglie, degli orti botanici, delle serre di proprietà della ricca borghesia cittadina.
Raccolte dell’Archiginnasio – Frederik Ruysch, anatomista e botanico, condusse ricerche in molti ambiti dell’anatomia umana utilizzando un misterioso «liquor balsamicum» per l’imbalsamazione arteriosa. Con le vene e le arterie indurite «come alberi» costruì «paesaggi geologici» con animali conservati, calcoli biliari e renali, altri tessuti polmonari e a volte scheletri decorati come simboli della caducità della vita. Creò una delle più famose collezioni di curiosità anatomiche di tutta Europa – sicuramente visitata anche da Merianin – e che possiamo intravvedere nel frontespizio del catalogo-inventario della sua collezione, il Thesaurus animalium: una grande stanza dominata dall’ampio armadio pieno di vasi; in primo piano scatole tonde di farfalle (che Ruysch amava catturare e conservare), frammenti botanici e particolari anatomici in vaso e uno dei suoi paesaggi geologici. La figlia di Ruysch, Rachel, fu una delle allieve di disegno di Merianin.
La Wunderkammer o Gabinetto delle meraviglie, di Vincent Levinus, commerciante di tessuti di lusso e facoltoso disegnatore di modelli, e della moglie Johanna van Breda, ospitava naturalia (rarità del mondo naturale) e artificialia (particolari manufatti) in un allestimento scenografico con cassetti e contenitori ordinati in disegni che assomigliavano a ricami. Le Wunderkammer, insostituibili status symbol, erano aperte ad amici, studiosi, visitatori insigni e questa della coppia Levinus, con l’elegante pubblico che si aggira fra i raffinati contenitori, non fa eccezione: il suo libro dei visitatori comprende, fra il 1705 e il 1737, almeno 3500 nomi, tra cui Carlo III di Spagna. Merianin dichiara di avere vistato questa come le altre raccolte di rarità di Frederik Ruysch, Nicolaes e Jonas Witsen, nella Prefazione al suo Metamorphosis insectorum Surinamensium.
Il volume Wondertooneel der Natur è il catalogo della collezione di Levinus.
Come Francoforte e Norimberga, anche Amsterdam era diventata uno snodo importante della produzione libraria europea. Fondamentale il suo ruolo nella produzione cartografica, nella realizzazione di atlanti e nella pubblicazione di relazioni di viaggi e spedizioni, con frontespizi scenografici carichi di allegorie e particolarità legate agli aspetti del costume, della fauna e della flora dei paesi rappresentati. Nella città olandese Merianin ebbe modo di aggiornarsi anche sulle produzioni recenti nel campo dell’entomologia e della botanica.
Raccolte dell’Archiginnasio – Nel libro del medico e anatomista Jan Swammerdam sono esposti i risultati delle sue ricerche sulle fasi di sviluppo degli insetti e sulla loro anatomia, raggiunti anche tramite l’uso del microscopio. Significative le due tavole proposte: una rappresenta i vari stadi della metamorfosi della rana che si paragonano a quelli dello sviluppo di un fiore, dal seme alla fioritura; la seconda riporta i diversi stadi del ciclo vitale di una farfalla.
Raccolte dell’Archiginnasio – Di entomologia si occuparono anche vari altri studiosi: fra loro Francesco Redi (sue le «mosche della ciliegia»), il primo a smentire la teoria dell’origine degli insetti dalla putrefazione della materia, e il bolognese Malpighi con la sua sottile Dissertatio sull’anatomia del baco da seta.
Raccolte dell’Archiginnasio – Dall’incontro fra la cultura europea e il Nuovo Mondo scaturirono ricerche e pubblicazioni, come la monumentale Historia Naturalis del Brasile, illustrata con 429 xilografie raffiguranti flora, fauna e scene di vita quotidiana, opera dell’olandese Willem Piso, medico e governatore del paese, e del naturalista tedesco Georg Marggraf. Nel frontespizio, l’apparato iconografico relativo al continente sudamericano nei suoi più tipici aspetti: l’uomo dal copricapo piumato e armato di frecce, la donna addobbata di rami e foglie, la vegetazione lussureggiante che lascia intravvedere scene da un villaggio indigeno e che ospita varie specie di animali esotici: pappagalli, tartarughe, serpenti, bradipi, formichieri e scimmie. Specifico riferimento al Brasile è la divinità fluviale in primo piano, il Rio delle Amazzoni, che mostra all’osservatore l’abbondanza di pesce: una promessa di ricchezza.
Proprio gli splendidi disegni nei volumi, oltre alle meraviglie strane e straniere delle collezioni, costituirono l’orizzonte di conoscenza entro il quale Merianin maturò l’idea del viaggio di studio in Suriname. Accolta nella cerchia di scienziati e collezionisti le cui opere portavano a conoscenza degli europei le meraviglie della natura di altri mondi, Merianin intravvide un limite di metodo: a tutto ciò mancava l’osservazione e la registrazione del processo di metamorfosi.