La prima versione di Q aveva titolo I guerrieri di Qumran. Era già presente la struttura tripartita che copriva sostanzialmente il periodo storico e le vicende che saranno il cuore del romanzo, ma molti elementi di questa prima idea – compresa l’identità del traditore – verranno modificati. Vi invitiamo a scoprirli leggendo la scaletta che Luther Blissett inviò all’editore Einaudi e sulla base della quale iniziò il lavoro che portò alla pubblicazione e che adesso può essere letta per la prima volta.
Un altro documento riguardante la genesi del romanzo: due pagine manoscritte da uno dei quattro autori celati dallo pseudonimo. Il metodo di lavoro prevedeva che ognuno dei quattro scrivesse autonomamente la scena, poi le quattro versioni venivano “fuse”. Questa pagina corrisponde alla prima scena del romanzo, quando il protagonista, in fuga dalla battaglia di Frankenhausen, trova rifugio insieme a Thomas Müntzer in una casa, mentre Elias combatte fino a perdere la vita al grido: «Omnia sunt communia».
Q è stato oggetto di adattamenti, realizzati o tentati, per diversi media, a testimonianza di un potenziale di transmedialità stimolante ma di non semplice realizzazione.
Per ripercorrere le tracce della disseminazione di Q in altri media e altre forme, ci soccorre la meticolosità con cui il collettivo Wu Ming conserva le memorie del lavoro fatto nel blog Giap. Rassegne stampa, discussioni, calendari di eventi, recensioni: un copioso materiale documentario è stato archiviato ed è facilmente fruibile, comprese le notizie che qui riassumiamo.
Una delle forme più originali assunte da Q è quella di un gioco di carte, inventato nel 2010 da Enrico Trincherini, stimolato all’impresa da una frase di Wu Ming 1 (datata 2008, quindi precedente Altai) che ipotizzava che forse qualcuno avrebbe dato un seguito a Q in forma di fumetto o gioco. L’invenzione di Trincherini si concentra sulla parte veneziana del romanzo, quindi non è un sequel ma contiene in sé la possibilità di “scrivere” nuove versioni della storia dettate dall’andamento della partita. Obiettivo del gioco è infatti influenzare l’elezione del papa nel Conclave del 1549 e chi ha letto il libro sa bene che se in quell’occasione fosse stato eletto Reginald Pole… Purtroppo il lavoro sul gioco si ferma prima dell’elaborazione della parte grafica.
Capitolo cinema. Fin da subito una casa cinematografica saggia il terreno con gli autori invitandoli a scrivere una sceneggiatura, ma quell’avventura finisce presto in un nulla di fatto.
Nel 2010 una diversa casa cinematografica, Fandango, si rivolge a Giaime Alonge e Alessandro Scippa per trasformare il romanzo in un film. Gli autori non sono direttamente coinvolti ma con loro gli sceneggiatori si confrontano in più occasioni. Il lavoro di scrittura della sceneggiatura – per il quale Fandango dà carta bianca a Alonge e Scippa, invitandoli a non preoccuparsi del budget e a pensare a un prodotto mainstream, sul modello de Il gladiatore – dura due anni, ma il progetto si interrompe dopo la consegna della prima versione della sceneggiatura. Le ultime notizie, datate 2017, riportano che l’idea di fare un film è stata modificata in una ipotesi di serie televisiva (formato sicuramente più adatto a un testo così lungo e complesso) basata su una nuova sceneggiatura. Sia Giaime Alonge che Alessandro Scippa hanno raccontato il lavoro svolto su Giap.
Per riassumere altri adattamenti ci affidiamo a un post comparso su Giap il 23 aprile 2018 e intitolato Il radiodramma di Q prodotto e trasmesso dalla radio pubblica tedesca WDR, che riassume diverse incarnazioni di Q:
«WDR sta per “Westdeutscher Rundfunk”. È la radiotelevisione pubblica del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, e trasmette da Colonia. Nel 2017 la WDR ha prodotto un radiodramma in otto puntate tratto dal nostro romanzo Q […].
Il radiodramma è stato trasmesso su WDR3 nel gennaio-febbraio 2018. […]
Qui da noi, un “radioromanzo” di Q si è provato a realizzarlo “dal basso” qualche anno fa: non si sarebbe trattato di una riduzione, ma di una vera e propria drammatizzazione capitolo per capitolo. L’esperimento [promosso dal Collettivo Mulhausen, n.d.r.] era interessante, ma al momento non ha avuto seguito. In compenso, esistono due diversi audiolibri, uno dei quali – letto da Luca e Claudia Grandelis – è da tempo on line, mentre l’altro – letto dal giapster Marco Meacci – presto o tardi lo metteremo on line noialtri.
Per quanto riguarda le versioni teatrali, ce ne risulta una soltanto. Sono trascorsi ormai quindici anni da quando la compagnia teatrale napoletana Il pozzo e il pendolo mise in scena uno straniante adattamento di Q. Ecco i nostri appunti di visione datati 2004».