Scampato al massacro di Münster, Gert “muore” e rinasce Lot ad Anversa, città di mercanti, dove non sono i quarti di nobiltà a dare il potere. Eloi spiega con parole chiare: «Senza il denaro non si solleverebbe un ago ad Anversa e forse in tutta Europa». E il denaro sta nelle casse della famiglia Fugger di Augusta, che finanzia la perenne guerra di Carlo V – che nel 1530 è stato incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da papa Clemente VII con una sfarzosa celebrazione tenutasi a Bologna – contro re di Francia, turchi e altri nemici di varia natura.
I Fugger pur essendo cattolicissimi sono però “concilianti” sia nel finanziare gli interessi commerciali di chi cattolicissimo non è, sia nel pubblicare traduzioni tedesche degli storici bizantini curate dal loro ospite Hieronymus Wolf, scolaro di Melantone. Mecenatismo illuminato? Calcolo politico? O semplice interesse economico, se è vero che la stampa è l’affare del momento? Nel dubbio, visto che anche la rivoluzione ha bisogno di denaro, Lot diventa il mercante tedesco Hans Grüeb e, con un inganno fatto di lettere di cambio e commercio di zucchero, ne sottrae in gran quantità dalle casse dei banchieri dell’Impero.