L’arrivo a Venezia nella libreria di Andrea Arrivabene, all’Insegna del pozzo, è una ironica coincidenza che ricorda al fu Gert dal Pozzo, oggi Ludovico, i tempi di Münster: l’anabattismo, ma anche un tradimento da vendicare. Prima però c’è da sistemare l’affare Beneficio e da costruirsi una vita all’apparenza “normale”.
Nuovi incontri, nuovi personaggi.
I finanziatori ideali per la stampa e la diffusione del «dolce libretto», la famiglia Miquez: João, il fratello Bernardo e la zia Beatriz de Luna, mercanti ebrei colti e ricchissimi, anch’essi abituati a cambiare luoghi e nomi per sfuggire a un potere che trova sempre il modo di perseguitarli. Persino nella tollerante Venezia l’aria si sta facendo pesante per loro: Carafa se ne occuperà appena salito al soglio pontificio.
Poi c’è donna Demetra, socia in affari nella gestione del bordello che è il primo rifugio di Ludovico nella città lagunare. Come Beatrice: affascinante, coraggiosa e intraprendente.
Ma l’uomo dai mille nomi ha un compito e per portarlo a termine serve un’ultima incarnazione: Tiziano l’anabattista, che impartisce il battesimo agli adulti e predica l’eresia fra i pescatori della Romagna e nelle corti dei signori. Deve farsi notare il più possibile per stanare il traditore che da Frankenhausen a Münster ha incrociato i suoi passi. Ma nel duello finale, nel teatro del Fondaco dei Tedeschi, può succedere che i nemici di una vita si ritrovino a combattere dalla stessa parte.