Francesco Spagnoli, [Ritratto di Marco Antonio Flaminio]
Forlì, Antonio Hercolani editore, 1835 (Forlì, Matteo Casali stampatore e librajo all’insegna di Francesco Marcolini, 1836), incisione all’acquaforte
Collocazione: GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 23, fasc. 87, n. 1/III
All’osservandissimo e reverendissimo Giovanni Pietro Carafa in Roma
Signore mio osservandissimo, scrivo per comunicare alla Signoria Vostra che so ormai per certo essere stato dato alle stampe Il Beneficio di Cristo in quel di Venezia.
Da pochi giorni Marco Antonio Flaminio ha fatto ritorno dal viaggio compiuto al seguito del Santo Padre a Busseto, per incontrare l’Imperatore. Interrogando uno dei paggi del Flaminio sono venuto a conoscenza di quali sono stati i suoi spostamenti. Ebbene i sospetti che nutrivo si sono rivelati fondati. Infatti il Flaminio, dopo aver partecipato all’incontro di Busseto e aver trascorso colà il maggio, è tornato indietro compiendo un’insolita deviazione verso Venezia. Il paggio ha riferito che ha visitato la stamperia di tale Bernardo de’ Bindoni, ma non è stato in grado di dire di più. Tuttavia sono sicuro che di altro non s’è trattato se non della consegna o forse già dell’ultima revisione del testo in questione.
Lettera inviata a Roma dalla città pontificia di Viterbo, indirizzata a Gianpietro Carafa, datata 27 giugno 1543.
Marco Antonio Flaminio fu il revisore del testo del Beneficio di Cristo redatto da fra’ Benedetto Fontanini da Mantova, che circolava manoscritto fin dal 1540. Alcune parti vennero soltanto ritoccate, ma in altre sezioni Flaminio intervenne in maniera molto profonda, mutando radicalmente lo scritto originale. Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi in Giochi di pazienza. Un seminario sul “Beneficio di Cristo” (Torino, Einaudi, 1975) identificano fin nel minimo dettaglio le variazioni testuali apportate da Flaminio e le conseguenti modifiche del messaggio veicolato del trattatello.