Gian Pietro Carafa, poi papa Paolo IV

[Ritratto di papa Paolo IV], incisione calcografica, secolo XVII
Collocazione: GDS, Collezione dei Ritratti, cart. 44, fasc. 68, n. 1

Su Carafa
C’è da chiedersi cosa mai troverebbe Vesalio, il necrofilo, dentro quest’uomo il cui sguardo sembra puntare verso un orizzonte troppo lontano, non di questa terra. Forse tutto il timore che Egli incute. O la grazia divina della mente insondabile del Creatore sotto le celate fattezze della crudeltà.
Chi è mai costui?
Padrone mio e monaco, maestro di simulazione e dissimulazione, da genìa nata per comandare, vescovo prima e poi povero teatino per voto. Nemico dell’Imperatore, che tenne infante sulle ginocchia, già disprezzandolo; di intuito che parrebbe diabolico, se non se ne conoscesse la fede; sommo architetto del Sant’Uffizio, rinato per lui e sotto di lui, che ne custodisce i segreti, le mire, e lo fa crescere come una prole amata, con smisurata energia, a un’età che gran parte degli uomini già da lungo tempo trascorre tra vermi e terra; apostolo di ciò che oltre ogni cosa lo esalta: la guerra spirituale, lotta interiore ed esteriore, senza quartiere, alle seduzioni dell’eresia, sotto qualsiasi forma si presentino.
Chi è mai costui?

Il diario di Q. Viterbo, 13 maggio 1545