Censura e controllo della stampa / 1

Ioannes de Sacrobosco, Liber Ioannis de Sacro busto De sphaera. Addita est praefatio in eundem librum Philippi Mel. ad Simonem Grineum
Venezia, Francesco Bindoni e Maffeo Pasini, 1541
Collocazione: 16. f. IV. 41 op. 5

SFOGLIA IL LIBRO

Il mio signore sa bene quale arma pericolosa possa essere la stampa: senza di essa Lutero sarebbe ancora il docente della sconosciuta università di una piccola e fangosa città sassone.

Lettera inviata a Roma dalla città pontificia di Viterbo, indirizzata a Gianpietro Carafa, datata 27 giugno 1543.

L’esemplare è mutilo delle carte da A2 ad A5, che sono state strappate per censura (vedi immagine successiva). Sempre per censura, il nome di Filippo Melantone è stato depennato sul frontespizio e camuffato a penna sul verso del frontespizio. La pratica di espurgare i testi cancellando nomi di eretici o parti di testo all’interno di un libro che nel suo complesso non presenta motivi di censura (si veda anche l’immagine successiva), è una pratica diffusa che, per alcuni casi specifici, viene approvata dalle autorità in seguito alle proteste di librai, intellettuali e anche religiosi per l’eccessiva severità dell’Indice dei libri proibiti emanato nel 1559 da Paolo IV Carafa. I Gesuiti chiederanno e otterranno un indulto «qui permet de garder et d’utiliser dans le collèges certains livres qu’ils possédaient s’ils ont ètè corrigès» (J.M. De Bujanda, Index des livres interdits. Vol. VIII: Index de Rome, 1557, 1559, 1564. Les premiers index romains et l’index du Concile de Trente, Sherbrooke, Centre d’études de la Renaissance, 1990, p. 46). Questa attenuazione della severità dell’Indice, che anticipa la bolla Moderatio indicis emanata nel 1561 da Pio V, viene ufficializzata nella Instructio circa Indicem librorum prohibitorum ad omnes Inquisitores & ministros, un documento molto raro stampato nel febbraio 1559 (Bujanda, p. 46-48 e 100-104) di cui l’Archiginnasio possiede un esemplare che è stato individuato durante i lavori di preparazione della mostra.