Marco Mantova Benavides, L’heremita, overo della predestinatione
Venezia, Giovanni Antonio & fratelli Nicolini da Sabbio, 1525
Collocazione: 16. c. IV. 101
Del resto, non esito ad affermare che proprio la dottrina conosciuta come giustificazione per sola fede è il pilastro portante di tutte le nefandezze compiute dai luterani in venticinque anni. Essa è l’architrave della loro teologia rovesciata, nonché ciò che dà loro la forza di scagliarsi contro la Santa Sede senza alcuna umiltà, di mettere in discussione le gerarchie di Santa Romana Chiesa, e tutto questo in nome dell’inutilità d’un giudice per le azioni umane e di un’autorità ecclesiastica che amministri la regola e giudichi appunto chi è degno di entrare nel Regno di Dio e chi non lo è.
Lettera inviata a Roma dalla città pontificia di Viterbo, indirizzata a Gianpietro Carafa, datata 18 novembre 1541.
L’autore di questa opera, “riscoperta” in maniera casuale da Ginzburg e Prosperi nella Biblioteca dell’Archiginnasio (si veda la sezione Giochi di pazienza in Archiginnasio), era un famoso giurista. Ebbe rapporti epistolari con Pietro Perna che nel 1559-60 gli scrisse in più occasioni nel tentativo di «assicurarsi un nuovo autore» (Leandro Pierini, La vita e i tempi di Pietro Perna, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2002, p. 92. Le lettere in questione si trovano alle p. 272-278).